STEFANIA TOTARO
Cronaca

Fallimento Odos, allarme dei sindacati

Ancora incerta la situazione di subentro con l’affitto di ramo d’azienda proposta dal tribunale, la Regione prende tempo

di Stefania Totaro

Sindacati in subbuglio per gli effetti della ancora incerta situazione di subentro con l’affitto di ramo d’azienda alla fallita Odos Service. Alle critiche risponde la curatrice del fallimento, mentre l’opposizione in Regione Lombardia chiede che l’assessore Gallera vada a riferire in commissione sanità su quanto sta accadendo. Finora soltanto la Asst Niguarda, il Fatebenefratelli e la Multimedia sono tornate sui loro passi accettando la procedura di affitto di azienda alla società Gafin individuata dalla curatrice del fallimento della Odos Service, Elisabetta Brugnoni e autorizzata dal Tribunale di Monza, per subentrare nei centri odontoiatrici. Mentre sono ancora in corso i ‘lavori’ della curatrice per fare lo stesso con le Asst di Monza e Vimercate, i cui contratti con Odos sono nel frattempo scaduti. A mettersi di mezzo alla decisione del giudice per salvaguardare i pazienti e i lavoratori della Odos Service (che aveva preso il posto della fallita Servicedent di lady Smile Maria Paola Canegrati) sarebbe la Regione Lombardia, che ha preso tempo, permettendo alla Asst Niguarda di proporre un’alternativa e alla Asst di Vimercate di pubblicare la ricerca di un nuovo gestore per i centri odontoiatrici in Brianza.

Intanto la Fiom Cgil Bergamo ha puntato il dito sul fatto che "contrariamente a quanto indicato, la Gafin ha modificato le condizioni di subentro, riducendo a 50 il numero delle assunzioni dalle 119 prospettate, aggiungendo condizioni pesantemente peggiorative per i lavoratori, come orario di lavoro ridotto al 50% e cancellazione dei superminimi". Una proposta ritenuta "assurda e inaccettabile" da Mirco Rota, coordinatore nazionale Odos Services e Paola Guerini, Fiom Bergamo, che chiedono l’intervento di Regione Lombardia. "Ritengo doveroso fare una smentita, perché trovo semplicemente vergognoso questo continuo tentativo di screditare in modo strumentale l’operato della procedura e la buona fede dell’affittuaria - risponde la Brugnoni - L’affitto d’azienda prevedeva il passaggio in capo all’affittuaria di tutti i presidi coinvolti e il subentro nei rapporti di lavoro con 119 dipendenti. Ma ad oggi Monza e Vimercate non hanno dato l’assenso al subentro, affermando di essere impossibilitati, per non meglio precisate ragioni giuridiche, caldeggiando così soluzioni alternative. A parte ogni commento sulle scelte delle stazioni appaltanti, che in realtà giuridicamente potrebbero subentrare, ma evidentemente non vogliono, è del tutto evidente come l’assenza dei contratti di Vimercate, Monza e Rodhense non possa che ridurre il numero dei lavoratori destinati a passare in capo all’affittuaria. I sindacati, invece di chiedere conto alla Regione delle motivazioni a sostegno del veto posto al subentro nei contratti, accusano la procedura di aver fatto un accordo non conveniente, senza tutelare i lavoratori. Quello che sta succedendo è evidentemente frutto di un tentativo di manipolazione delle informazioni che va contro gli stessi interessi dei lavoratori e che lascia chiaramente trasparire l’esistenza di una regia occulta tesa a impedire il subentro nei contratti.

L’affittuario ha formulato la proposta di affitto d’azienda non avendo possibilità di effettuare alcuna due diligence, è quindi fisiologico che l’iniziativa parta in modo graduale con orari flessibili, destinati tuttavia a un progressivo aumento. L’approccio adottato è semmai comportamento assennato che va nella direzione di gestire oculatamente l’azienda, anche nell’interesse dei lavoratori". Intanto Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia, chiede a Gallera di intervenire.