Coinvolgere attivamente i ragazzi per aiutarli a stare meglio, a diventare capaci di incidere nel proprio percorso di crescita e di costruzione del futuro, superando i disagi e le difficoltà che due anni di pandemia e post-pandemia hanno aggravato.
Un obiettivo ambizioso, per un’iniziativa che in Brianza punta a interessare circa 2mila giovani tra i 12 e i 16 anni, sparsi tra Sovico e Seregno. È il progetto “Happy - Diventare capaci“, intervento di prevenzione e sostegno per il benessere psicologico degli adolescenti promosso dalla Fondazione Guido Venosta, presieduta dall’albiatese Giuseppe Caprotti, insieme all’Istituto Minotauro, alle Comunità della Salute e al Csv-Centro di servizio per il volontariato. Quello che Happy si prefigge è "prevenire l’emergere di problemi legati all’attacco al corpo, come tentativi di suicidio e disturbi alimentari, e al ritiro sociale e scolastico". Questo "attraverso la partecipazione attiva dei ragazzi ad attività formative", sensibilizzando e coinvolgendo i cittadini, i genitori e la comunità educante nel suo complesso.
In Brianza le zone interessate dall’iniziativa saranno due: Seregno, col liceo Parini, e Sovico con l’Istituto comprensivo Giacomo Paccini. Qui il progetto si rivolgerà a circa 2mila adolescenti, mentre saranno 180 le associazioni dei due Comuni che verranno informate e coinvolte, 140 a Seregno e 40 a Sovico. Al Parini Happy sosterrà il coordinamento degli educatori che si occupano dei ragazzi accolti nello Spazio educativo, uno spazio in cui alunni con e senza disabilità svolgono attività e laboratori come teatro, yoga, arteterapia e musicoterapia, "un’esperienza unica nell’ambito della scuola secondaria – sottolineano i promotori del progetto – che pone l’istituto all’avanguardia nel campo delle attività didattico-educative inclusive".
Al Paccini si potenzierà l’aspetto musicale della scuola, sempre in un’ottica inclusiva. Ma un po’ di Brianza c’è pure nella parte milanese di Happy, a Baggio, De Angeli e San Siro: l’intervento del progetto in quella zona si deve anche a don Franco Molteni, già parroco di Albiate e ora coadiutore della parrocchia della Beata Vergine Addolorata di San Siro. Il progetto Happy è già stato avviato e durerà almeno tre anni. Le strade che verranno battute saranno diverse, partendo dall’analisi delle esigenze degli adolescenti: li si coinvolgerà in stage di volontariato, si stimoleranno progetti di promozione culturale, si lavorerà per far cooperare territorio, associazioni, famiglie e insegnanti. "Sentiamo molto il problema dei giovani – dice Giuseppe Caprotti, presidente della Fondazione Venosta –. L’obiettivo è creare reti di associazioni, cooperative e fondazioni che aiutino i ragazzi, contro il disagio. C’è un gran bisogno da parte dei giovani, ma anche dei genitori".