CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Fermata dei treni Monza Est, il dilemma delle rampe: “In ritardo da 20 anni”

Realizzato solo un sottopasso ciclopedonale. I residenti del rione Libertà vanno in pressing sull’Amministrazione: “Lo scivolo per facilitare disabili, ciclisti e mamme con passeggini cambierebbe costi e tempi, ci devono dire che progetto faranno”

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Del progetto è stato realizzato soltanto un sottopasso ciclopedonale tra via de Marchi e via Einstein con una scalinata e un ascensore. Ora occorre attrezzare la banchina

Monza Est, la fermata del Parco. Quella dei desideri. Che da vent’anni sono il chiodo fisso del quartiere Libertà. Una fermata Stazione ferroviaria Monza est attesa da oltre 20 anni. Al momento è stato aperto soltanto il sottopasso ciclopedonale, attivo da quasi due anni. Venticinque metri di lunghezza di galleria sotto la ferrovia per collegare le due parti di Monza divise dai binari tra via de Marchi e via Einstein.

I cittadini della Consulta Libertà hanno incontrato l’assessora alla mobilità, Irene Zappalà e l’architetto Carlo Maria Nizzola, dirigente settore mobilità e trasporti, per sapere a che punto è la tanto attesa fermata. La convenzione con Rfi sarà approvata martedì in Giunta, entro la fine dell’anno la firma. Per arrivare all’affidamento dei lavori ad agosto 2025. In termini pratici, salvo imprevisti, i primi treni dovrebbero fermare a Monza Est a gennaio del 2028. Un programma che nel quartiere è stato accolto con ottimismo e scetticismo. Perché qualcuno ha comprato casa nella zona oltre 30 anni fa, convinto dall’imminente costruzione della fermata.

E invece, nulla di fatto finora. I cittadini ricordano di aver richiesto nel sottopasso una rampa per agevolare persone in carrozzina, biciclette e mamme con i passeggini che però non è stata prevista dal progetto. Tutti ricordavano che la Giunta aveva promesso di firmare la convenzione con Rfi lo scorso 31 maggio, perciò il timore diffuso è quello di avere perso tempo e che si vada verso ulteriori slittamenti.

“La fermata sarebbe servita a mio marito 30 anni fa per andare al lavoro – dice una signora –. Ora speriamo che serva a mio figlio per andare all’università”. Ha fatto chiarezza l’architetto Nizzola, secondo cui la firma è stata ritardata per una serie di rivisitazioni alla bozza di convenzione, passate più volte dagli uffici, relative al pagamento dell’Iva e poi all’anticipo da versare, prima del 10%, calato poi al 5%.

“Ma anche se la convenzione non è ancora stata firmata – specifica l’architetto – Rfi è andata avanti a lavorare sul progetto, confermando i tempi fissati”. Dagli ultimi rilievi di Rfi, ha poi spiegato l’assessora, risulta che “sotto l’area dove dovrebbe sorgere la banchina, passa un gasdotto. Perciò si sono fatte strada due ipotesi: una di realizzare la fermata non toccando il gasdotto e senza rampe, l’altra spostando il gasdotto e costruendo la rampa, naturalmente con costi e tempi variabili”.

La rampa con il 5% di pendenza costerebbe 3 milioni e 925 mila euro e quella con l’8% di pendenza 2 milioni e 100 mila euro. “Dateci le informazioni giuste – chiedono i cittadini – corrispondenti al lavoro che sarà effettivamente realizzato”. Il vicepresidente della Consulta, Giuseppe Bergamelli: “L’importante è che la fermata si faccia. Poi cerchiamo di capire cosa si può fare. Certo, ci sentiamo presi in giro: avevamo chiesto un sottopasso con le rampe e ci piacerebbe sapere perché non si potevano fare”.