BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Figli speciali abbandonati. La denuncia del papà di PizzAut: "Dopo le medie è un calvario"

Dito puntato contro il Consorzio Brianza: i soldi ci sono, ma non si trova il personale "Due giorni a settimana il mio Leo è lasciato a se stesso, il suo compagno non ha neanche un’ora".

Figli speciali abbandonati. La denuncia del papà di PizzAut: "Dopo le medie è un calvario"

"Finite le medie è un calvario per i nostri figli e per noi genitori". Studenti disabili alle superiori senza educatori o con meno ore del previsto, Nico Acampora, papà di PizzAut, punta l’indice sul Consorzio Desio Brianza, controllato dai Comuni, che dovrebbe ingaggiare i professionisti per la scuola di Cinisello frequentata quest’anno da Leo, il suo ragazzo, 14 ann, e un futuro da cuoco davanti.

"A novembre mancano ancora queste figure-chiave, un danno enorme per gli allievi speciali", dice il fondatore dei ristoranti di Monza e Cassina gestiti da giovani autistici.

"Mio figlio e un suo compagno avrebbero diritto a 50 ore a settimana, 25 a testa, ma fino a oggi ne sono state garantite solo 15 e tutte a Leo: assurdo. All’altro ragazzo niente, neanche un minuto".

"La Regione ci ha messo i soldi, - ancora Acampora - la scuola ha fatto le richieste, ma il consorzio non trova il personale.

Eppure le lezioni sono cominciate da un pezzo. Il problema non è delle famiglie, a noi non si può venire a dire che c’è penuria di esperti perché è compito loro trovarli per tempo".

Il passaggio al nuovo grado scolastico "è entusiasmante ma anche difficile per qualsiasi studente - ancora Acampora - e lo è ancor più per un adolescente autistico grave.

Non si può togliere a chi è già alle prese con problemi di questo genere l’unica possibilità che ha di vivere meglio la propria quotidianità".

Una situazione che per il padre dei locali aut si riflette "anche sul resto del classe, ingiustamente. Non dovrebbe succedere, anche perché questa volta non c’è alibi dei soldi: il Pirellone li ha subito messi a disposizione.

I Comuni dovrebbero controllare attentamente le partecipate. È ora di finirla con l’idea che un alunno disabile è di Serie B". Perché è esattamente questo che succede.

"Alla fine a rimetterci sono i ragazzi. Leo, in classe, per due giorni a settimana su cinque deve arrangiarsi da solo. Non è giusto e non dobbiamo far finta di niente".