SEVESO (Monza) – Ancora violenza sui campi da calcio giovanili della Brianza. Dopo il caso choc di giugno a Seregno, con un dirigente 44enne che perse un rene per sedare una rissa sugli spalti di una partita di bambini, altra aggressione a Seveso. Durante l’ultima giornata di campionato regionale, il padre di un ragazzo Under 17, prima della partita, avendo intuito che il figlio non avrebbe giocato da titolare, si è scagliato contro il direttore sportivo Luigi Zambelli, colpendolo con due pugni. Ad assistere, il mister della squadra, Luigi Pasinato, che è accorso per dividerli e si è preso uno schiaffo dal genitore. L’uomo è stato allontanato, ma gli strascichi del suo gravissimo gesto sono pesanti. Il ds Zambelli, attivo da tempo e molto stimato nel calcio dilettantistico brianzolo, ha deciso di dimettersi, così come il direttore generale Rocco Fazzari. Porteranno a termine la stagione ormai alla fine, per correttezza e senso di responsabilità, ma poi molleranno il club rossoverde. Sconvolti per l’accaduto ma anche per divergenze con i vertici societari che, pur avendo deciso di dare il benservito al genitore violento, e recidivo, dal club, non lo avrebbero subito denunciato. L’uomo non nuovo intemperanze all’interno del centro sportivo. "In questo momento non mi sento di parlare – dice Zambelli – lo farò a fine stagione".
Ma si lascia andare ad alcune esternazioni sul suo profilo Facebook, senza entrare nel merito della violenza di cui è stato vittima. "Ho rassegnato le mie dimissioni – scrive –, sono stati quattro anni bellissimi, ringrazio tutti", e poi ancora "esiste una stanchezza, quella dell’anima, per la quale non basta il riposo fisico. Ha bisogno del mare, del silenzio, di poche parole, della pulizia dei comportamenti, di non ascoltare la stupidità della gente". Una vicenda ancora con alcuni contorni da definire e che potrebbe comunque avere ulteriori evoluzioni. Sulla quale nemmeno il presidente Giorgio Villa ha molta voglia di parlare: "Noi quello che dovevamo fare l’abbiamo già fatto in questo caso – dice – non voglio andare oltre. Siamo di fronte a un problema generale, che riguarda lo sport, come la scuola, la famiglia, un problema di degrado sociale. Sono situazioni intollerabili, quando accadono ci si riempie la bocca e poi tutto torna come prima, come per la violenza sulle donne. Tutte le forme di violenza sono da condannare, ma poi?".
L’uomo si era già reso protagonista di altri episodi nei mesi scorsi, tra bottigliette lanciate verso l’allenatore, incursioni non autorizzate negli spogliatoi, insulti e minacce. Dal canto suo la Federazione, attraverso il Comitato Regionale Lombardia della Lega Dilettanti, non sta con le mani in mano: nei mesi scorsi è stato avviato un ampio e ambizioso progetto intitolato Nuova Cultura Sportiva che toccherà tutte le società lombarde.