SONIA RONCONI
Cronaca

Fratel Ettore cuore pulsante di Casa Betania

La comunità di Seveso perpetua il progetto del religioso. Suor Teresa da 18 anni porta avanti il fardello "sperando sempre nella Provvidenza"

di Sonia Ronconi

Ieri con una funzione religiosa Casa Betania ha ricordato il 18esimo anno da quando Fratel Ettore si è spento. Anzi, "il 18° anniversario della nascita al cielo di Fratel Ettore", ci tiene a precisare, suor Teresa Martino che da allora porta avanti il pesante fardello delle comunità realizzate da Fratel Ettore Boschini, "sperando sempre nella Provvidenza". A Casa Betania (in corso Isonzo 90) ieri, come tradizione, è stata celebrata l’Eucaristia, seguita una piccola cena.

"Questa storia l’ha iniziata il Camilliano nel 1979, con una fede grande e caparbia, mettendo assieme un’accozzaglia di persone povere tolte dalla strada – spiega suor Teresa, attrice di prosa “convertita“ da quel religioso dell’Ordine dei Camilliani che se ne andava in giro attorno alla Stazione Centrale di Milano su una Fiat sgangherata con la Madonna issata sul tettuccio a “stanare“ gli ultimi che nessuno voleva – Non importa di che religione fossero, quale fosse la loro storia, che avessero fatto della loro vita: erano povere, bisognose, malate, e questo bastava. E cercandone poi altre che potessero continuare quella particolare modalità di accoglienza che aveva iniziato". Nel febbraio 2013 la Conferenza episcopale lombarda ha dato il via libera all’avvio dell’istruttoria per la causa di beatificazione di Fratel Ettore morto nel 2004 all’età di 76 anni. Ma la sua eredità è quella che raccontano ancora oggi i suoi proseliti. "A Casa Betania 40 ospiti formano la comunità in modo stabile, 90 persone sono accolte nel dormitorio maschile e femminile e seguiamo una ventina di famiglie", continua suor Teresa: "Ci sono dunque gli ospiti, alcuni volontari, due uomini e due donne stipendiate, e poi noi tre, tre donne che hanno fatto una scelta di vita, o forse una scommessa, racconta suor Teresa al lavoro con suor Ester e suor Laura. Tre donne attratte dai poveri, dal servizio, dalla preghiera, dalla povertà, dall’abbandono alla Provvidenza, da uno stile di vita comunitario. "Uomini e donne senza fissa dimora, i poveri più poveri. Spesso ci vengono segnalati dagli ospedali, dagli assistenti sociali, dai Comuni". Non solo Casa Betania. Sono 15 i posti letto riservati a mamme con bambini e donne in difficoltà nel rifugio “La casa di Enrica“ di Novate Milanese. C’è poi il Villaggio della Misericordia ad Affori. Ha circa 90 posti letto per uomini (in maggioranza) e donne, che arrivano alla sera alle 21 ed escono al mattino fra le 7 e le 8 e accoglie anche un gruppo di conviventi scelti fra quelli della comunità residenziale che, più malati di altri o anche diventati non autosufficienti, fanno comunità. E tra le “costole“, a Bucchianico (Chieti), c’è “Nostra Signora di Loreto“.

"E’ la nostra piccola azienda agricola con vigneti e uliveti – spiega madre Teresa – nonché la casa che ospita gli esercizi spirituali annuali tenuti per i volontari. Nel periodo dei lavori ed estivo vari ospiti si alternano. Siamo laici messi insieme dal Signore per cercarlo appassionatamente a causa dell’impellente necessità che abbiamo di dare senso alla vita, giorno per giorno.