CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Fu il papà del primo pc italiano. Addio a Giovanni De Sandre. Inventò la Olivetti Programma 101

L’ingegnere è morto all’età di 89 anni: mise a punto la parte elettronica del computer da tavolo. Il funerale sarà celebrato questa mattina alle 11 nella chiesa di San Paolo Apostolo a Brugherio.

L’ingegnere è morto all’età di 89 anni: mise a punto la parte elettronica del computer da tavolo. Il funerale sarà celebrato questa mattina alle 11 nella chiesa di San Paolo Apostolo a Brugherio.

L’ingegnere è morto all’età di 89 anni: mise a punto la parte elettronica del computer da tavolo. Il funerale sarà celebrato questa mattina alle 11 nella chiesa di San Paolo Apostolo a Brugherio.

L’ingegner Giovanni De Sandre, uno dei protagonisti dello sviluppo della Olivetti Programma 101, considerata a livello internazionale come il primo personal computer della storia in Italia, è morto all’età di 89 anni. Il funerale sarà celebrato oggi alle 11, nella chiesa di San Paolo Apostolo, in piazza Don Camagni 1 a Brugherio.

De Sandre era nato a Sacile, in provincia di Pordenone, il 5 ottobre 1935. "Mi sono laureato in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano, nel dicembre 1959, al primo corso di elettronica che è stato istituito in Italia – ricordava in una recente intervista –. Allora si chiamava elettrotecnica con indirizzo elettronico, perché non era ancora stata istituzionalizzata la nuova cattedra". L’anno dopo la laurea entrava in Olivetti, dove venne scelto per far parte del gruppo guidato dell’ingegner Pier Giorgio Perotto per il progetto della Programma 101.

Nel raccontare i suoi primi contatti con l’ufficio personale, De Sandre mostrava stupore e commozione dopo tanti anni: "Il loro interessamento – raccontava sorridendo – era un chiaro segnale che la fatica fatta avrebbe potuto avere uno sbocco immediato". Il primo computer da tavolo ideato dalla Olivetti venne presentato ufficialmente al Bema (Business Equipment Manifacturers Association) di New York nell’ottobre 1965. Nel 1962 era stato il giovane neo assunto De Sandre a mettere a punto la parte elettronica del primo computer italiano. All’epoca, l’americana General Electric, dopo l’acquisizione della sezione elettronica della Olivetti, non voleva saperne di un computer italiano.

"In quegli anni – ricordava De Sandre – l’elettronica erano le radio a transistor e la televisione, uscita da poco e quei fantomatici calcolatori elettronici, di cui si parlava quasi con timore reverenziale, ma non si sapeva cosa fossero, né come fossero fatti. Si sapeva genericamente che elaboravano informazioni". Per evitare la cancellazione del progetto, la Programma 101 fu allora classificata come macchina calcolatrice perché la divisione calcolatori non faceva parte dell’accordo con la General Eletric. "Nulla dell’Olivetti era in sintonia con l’elettronica, se non una visione strategica di larghissimo respiro, come quello che poteva avere in mente l’ingegner Adriano – ragionava De Sandre – Poi suo figlio fu perfettamente in sintonia con questo approccio".

In quel modo l’invenzione poté essere perfezionata. La Olivetti Programma 101 non aveva processori o circuiti stampati, ma transistor, diodi e condensatori raggruppati in micro-unità funzionali, una tecnologia brevettata appositamente per la macchina. L’elettronica in Olivetti è sempre stata contestata fino a metà anni ‘60. Giovanni De Sandre ha lavorato del reparto Ricerca e Sviluppo: riservato, ma curioso di sperimentare il nuovo, nel 1962 provò a proporre al suo manager: "Non abbiamo pensato di fare una calcolatrice elettronica?". "Sì – rispose Perotto – ma non ci sono ancora i mezzi tecnici per farla a costi ragionevoli". Poi Roberto Olivetti chiese allo staff tecnico uno studio di fattibilità nel settore del calcolo elettronico.

"L’ingegner De Sandre – lo ricorda il sindaco di Brugherio Roberto Assi – è uno sprone per i giovani della nostra città ad accostarsi con passione alle discipline Stem, e per noi amministratori a fare sempre meglio". Oggi una rappresentanza dell’amministrazione comunale prenderà parte alle esequie funebri e invierà una lettera di vicinanza alla famiglia, da parte di tutta la città.