STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Decine di furti con spaccata in Lombardia, a giudizio la banda dei rom: chieste condanne fino a quasi 7 anni

Nove gli imputati, soprattutto originari dell'Est Europa e residenti in campi nomadi milanesi. Le accuse sono di associazione a delinquere e furto

Furti in aziende, nei guai banda di rom

Furti in aziende, nei guai banda di rom

Monza, 7 Aprile 2025 - La Procura di Monza ha chiesto 7 condanne fino a 6 anni e 8 mesi di reclusione con il rito abbreviato e 2 rinvii a giudizio per la banda di rom accusata di avere commesso decine di furti con spaccata in tutta la Lombardia ai danni di aziende di vario genere per poi rivendere la refurtiva. È il bilancio per i 9 imputati, soprattutto originari dell'Est Europa e residenti in campi nomadi milanesi, chiamati all'udienza preliminare davanti alla giudice del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti per rispondere a vario titolo delle accuse di associazione per delinquere e furto aggravato.

La banda era stata sgominata dai carabinieri del Comando provinciale di Monza nel luglio 2020 dopo un lungo inseguimento lungo la tangenziale Nord e Est in cui dal furgone avevano lanciato trapani e altri arnesi per riuscire a guadagnarsi la fuga. Invece in sei erano stati fermati dai militari a ridosso del campo nomadi di via Bonfadini a Milano.

In quell'occasione i rom avevano commesso 4 furti in meno di 4 ore tra Cesano Maderno, Seveso e Nova Milanese ai danni di aziende attive nel settore della meccanica di precisione e nell'arredamento. Sempre la stessa la tecnica: la banda arrivava a bordo di un furgoncino bianco con targa coperta e utilizzando un muletto o mezzi presenti nei depositi, si apriva un varco nel capannone riuscendo a portare via arnesi, attrezzi e computer.

Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla pm della Procura di Monza Sara Mantovani, hanno poi permesso di aggiungere molti altri furti all'elenco di quelli che sarebbero stati commessi, in Brianza ad Agrate e Caponago e Carate, ma anche in provincia di Milano, Bergamo e Varese. Uno degli imputati risulta ancora detenuto in carcere. Gli accusati negano o ridimensionano le accuse contestate e quasi tutti hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato, che prevede uno 'sconto' di pena in caso di condanna. La sentenza a giugno.