Milano, 12 giugno 2018 - Avevano rubato due dipinti di Rubens e Renoir per un valore di 26 milioni. Per questo, cinque persone, quattro italiani e un croato, sono state arrestate dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. Il furto era avvenuto nel capoluogo brianzolo il 20 aprile dello scorso anno e i quadri di prelevati erano stati 3. Le misure, emesse dal gip del Tribunale di Monza su richiesta della Procura della Repubblica, sono arrivate al termine di un'indagine durata oltre un anno.
Tutto era partito con la denuncia di un commerciante d'arte cagliaritano, il 20 aprile 2017. L'uomo aveva raccontato ai militari che quel pomeriggio, alla fine di una trattativa durata alcune settimane per la compravendita dei due dipinti, uno di sua proprietà e l'altro di una 65enne gallerista piemontese, si era accordato con il compratore, un sedicente alto rappresentante della comunità ebraica milanese, nonché diplomatico con passaporto israeliano, per incontrarsi in una casa di via Quintino Sella a Monza. Il luogo non era stato scelto a caso, ma per la presenza al piano superiore della sede del Consolato onorario d'Albania. I truffatori volevano in questo modo dare credibilità alle potenzialità economiche dell'acquirente delle opere, per le quali era stata pattuita la somma complessiva di 26 milioni di euro. Nel corso delle formalità per la vendita, i dipinti erano stati caricati a bordo di un mezzo, con cui il finto diplomatico era fuggito.
Il primo appartenente al gruppo ad essere identificato dagli inquirenti, coordinati dal Pm di Monza Salvatore Bellomo, è stato un 54enne croato abitante a Trezzano sul Naviglio ( Milano). Successivamente i carabinieri sono risaliti agli altri appartenenti al gruppo; si tratta di due fratelli monzesi di 52 e 59 anni e di un 62 enne di Vigevano (Pavia) e un 33 enne di Seregno (Monza), padre e figlio, che avrebbero messo a disposizione dei complici telefoni e supporto logistico per realizzare il furto. I primi tre arrestati sono ora nel carcere di Monza, mentre padre e figlio sono ai domiciliari. L'inchiesta ha permesso di individuare altri due presunti complici, un 60 enne bresciano e un 80 enne milanese, denunciati a piede libero.
Erano tutti convinti di poter ricavare circa 26 milioni di euro dalla vendita dei due quadri di Rubens e Renoir, rispettivamente «La Sacra famiglia» e «Le fanciulle sul prato». Il maggiore dei carabinieri Francesco Provenza ha spiegato che le indagini proseguono per risalire ai due dipinti, sui quali poi dovranno essere eseguiti tutti gli accertamenti del caso per validarne l'autenticità.