![La tecnologia incontra la storia e l’archeologia in via Boito, sede operativa di ARtGlass. Qui è nato il progetto del primo sito archeologico in Arabia Saudita patrimonio Unesco. La tecnologia incontra la storia e l’archeologia in via Boito, sede operativa di ARtGlass. Qui è nato il progetto del primo sito archeologico in Arabia Saudita patrimonio Unesco.](https://www.ilgiorno.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/NjFhYTJhMTItYjVmMC00/0/futuro-andata-e-ritorno-da-monza-alle-rovine-di-hegra-e-messina-con-la-realta-aumentata.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
La tecnologia incontra la storia e l’archeologia in via Boito, sede operativa di ARtGlass. Qui è nato il progetto del primo sito archeologico in Arabia Saudita patrimonio Unesco.
Bastano un paio di occhiali per ritrovarsi in pochi minuti nell’antica Hegra, il primo sito archeologico in Arabia Saudita dichiarato patrimonio dell’Unesco, oppure per vedere e quasi toccare com’era piazza Duomo a Milano prima della nascita della Veneranda Fabbrica, o ancora per visitare come se fossero proprio sotto i nostri piedi le piazze e gli angoli più suggestivi della Messina del 1908, alla vigilia del terremoto che la rase al suolo.
Parchi archeologici e borghi storici rivivono sotto gli occhi del visitatore grazie alla tecnologia e ai contenuti made in Brianza. È proprio qui, negli uffici di via Boito a Monza, che un gruppo di creativi realizza i contenuti che fanno rivivere i siti più lontani nel tempo. Come a Hegra, dove i visitatori grazie alla tecnologia ottengono l’accesso virtuale ad aree altrimenti riservate, portate in vita tramite ologrammi di personaggi storici, artefatti riposizionati digitalmente e storie interattive. Praticamente indisturbata per 2000 anni, Hegra vanta 111 tombe monumentali e immensi spazi cerimoniali scavati nella roccia dove, con lenti trasparenti che fondono il mondo reale e quello virtuale, i visitatori possono godere simultaneamente della bellezza naturale e della storia leggendaria di questo sito. Il progetto porta la firma di ARtGlass, giovane realtà monzese nata nel 2013 come costola del gruppo Capitale Cultura, con un sogno da realizzare: arricchire la realtà che ci circonda con esperienze interattive sfruttando le potenzialità della realtà aumentata. Il primo passo è stato affidato agli smartglass, occhiali trasparenti e intelligenti di ultima generazione. "L’esperienza pionieristica accumulata nel settore ci ha permesso negli anni di crescere anche con nuove soluzioni – racconta Antonio Scuderi, fondatore e ceo di Capitale Cultura Group e di ARtGlass –. Nel 2018 siamo sbarcati negli Stati Uniti con la nostra sister company americana ARtGlass US, che sviluppa soprattutto la parte tecnologica, e oggi siamo l’azienda leader nel settore della realtà aumentata per il turismo, la cultura e non solo. Con la nostra piattaforma si possono creare storytelling ed esperienze su tutti i tipi di dispositivo, dagli smartglass agli smartphone".
A Monza tecnologia e materie umanistiche si incontrano: qui lavora un team di una quindicina di persone (con due neo-assunti) fra esperti di creazione di contenuti multimediali, sviluppatori, multimedia designer, archeologi, videomaker, 3D modeler ed editor che realizzano i prodotti in collaborazione con privati e amministrazioni pubbliche. Due le sfide più avvincenti. "Quella del turismo inclusivo e democratico", spiega Scuderi, alludendo alla possibilità di portare chiunque “sul posto“, a Monza a Pompei, grazie alla tecnologia. E quella di ricostruire il tessuto che un tempo legava luoghi minori, come i quartieri di Milano (il progetto col Comune ha vinto il bando Innova Cultura di Fondazione Cariplo e UnionCamere), o i cinque siti archeologici situati lungo i fiumi Tevere e Paglia, dove civiltà etrusca e romana si incontrano, in un progetto presentato in questi giorni. "Due siti si visitano con gli occhiali multimediali e gli altri con la realtà aumentata, inquadrando un Qr code. Un altro esempio dei progetti sviluppati a Monza è il Museo del terremoto di Messina, che ha consentito di recuperare in 3D il 50% della città distrutta. Ma già un’altra sfida è dietro l’angolo: "Andremo a ricostruire al Museo di Storia Naturale di Milano il famoso megaterio, l’animale di cui dopo l’incendio è rimasto un frammento".