
Gabriele Gallo
Desio (Monza e Brianza), 20 luglio 2020 - «Si può sempre fare un chilometro, un metro, anche un centimetro in più...". Una lezione che Gabriele Gallo, 25enne di Desio, ha imparato in sella alla sua bicicletta. E che ha appreso durante le sue due imprese – dalla Brianza a Roma e poi dalla Brianza a Parigi – e che vuole cercare di trasmettere agli altri.
Anche attraverso un libro. "Più di una volta - racconta - mi sono ritrovato senza un briciolo di forza, con le gambe distrutte, convinto di aver già dato tutto, ma non mi sono mai arreso: uno sguardo all’adesivo attaccato sulla mia bici con scritto “Sempre Avanti” e via ancora a pedalare, per seguire il ruolino di marcia prefissato e raggiungere l’obiettivo".
Fatica sui pedali, ma anche sui libri, per questo giovane intraprendente laureato in Scienze Motorie con una tesi sulle performance dei ciclisti d’élite: "Ho vinto un assegno di ricerca in Mapei Sport, conducendo una attività specifica nel ciclismo poi a breve inizierò un dottorato in Neuroscienze a Genova". Una passione, quella per le due ruote, nata una decina di anni fa, "quando guardavo in tv il Tour De France e il Giro d’Italia. Non avevo un idolo, ma ho iniziato a fare dei bei giri qui in zona, poi in tutta la Lombardia e in Svizzera". Il rodaggio per le avventure messe in atto lo scorso e quest’anno: "Per Roma ci ho messo quattro giorni, Parigi ce l’ho fatta in cinque: è stata dura, a volte durissima, con circa 200 km al giorno, con condizioni meteo a volte pessime e tanti imprevisti".
Durissima, anche perché per Gabriele non è mai una scampagnata, ma una prova di resistenza, con le gambe da far girare al massimo. "Parigi è stata sicuramente più complessa, avevo i nomi dei paesini da attraversare segnati sulla bici, ma il Gps si era sballato e ho dovuto usare l’istinto, o chiedere alla gente. Un paio di volte anziché in hotel sono stato ospitato a dormire da persone del posto. Sulle montagne, a 2.300 metri, ho preso la pioggia tutto il giorno e mi sono ibernato. Non vedevo più niente, non c’era nessuno in giro. Andavo per inerzia e alla fine ho trovato un pastore, che nel suo scantinato mi ha permesso di asciugarmi con la carta di giornale. Poi sono ripartito...". Con sé porta solo l’essenziale: "Due completi da bici, una maglietta per dormire, dentifricio e spazzolino, le scarpe, cellulare, caricatore e portafoglio". E tanta grinta, determinazione, coraggio.
Quella che chiede anche ai suoi coetanei: "Vedo troppa gente, specie miei coetanei, che molla troppo presto in tutto quello che fa, un attimo prima magari che inizi qualcosa di nuovo, speciale. Ecco, le mie imprese vogliono essere uno stimolo e un esempio, se possibile, a non mollare mai i propri progetti, i propri sogni". Con ulteriori aspirazioni: "Sto progettando il viaggio a Barcellona, dovrei farcela in 6 giorni e poi un giorno, chissà, riuscirò a fare il giro del mondo, con la mia bici. Ci conto, prima dei 30 anni".