FABIO LUONGO
Cronaca

L’arte sostenibile di Gianluca Patti: da Monza a Milano il murale colorato capace di “cancellare” lo smog

Le sue pareti sono trattate con vernici speciali che disgregano gli elementi inquinanti dell’aria. Alla Cittadella degli Archivi l’inaugurazione dell’ultima opera dal titolo evocativo: “Respiro“

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L’opera “Respiro“ ora fa bella mostra di sé su uno dei muri della Cittadella degli Archivi di Milano

Monza –  La sua ultima opera è un coloratissimo murale dal forte significato ambientalista, sia per i contenuti che trasmette sia soprattutto perché realizzato con vernici speciali in grado di “mangiare“ lo smog, facendo un lavoro di pulizia dell’aria pari a quello di cinque alberi. C’è un artista brianzolo dietro una delle creazioni più originali del momento: è il 47enne monzese Gianluca Patti, pittore apprezzato con diverse mostre collettive e personali alle spalle.

È lui l’autore del murale intitolato “Respiro“, appena inaugurato a Milano alla Cittadella degli Archivi, un luogo importante per la cultura, la storia e la memoria del capoluogo meneghino. Oltre all’aspetto estetico, a rendere particolare questo intervento artistico sono le vernici ecosostenibili e fotocatalitiche impiegate da Patti: grazie a una speciale nanotecnologia di ultima generazione, sono capaci di disgregare in modo naturale i principali agenti inquinanti presenti nell’aria, contribuendo a restituire così aria pulita a quella zona dell’inquinata metropoli milanese. Un modo nuovo di unire arte e sostenibilità ambientale, che invita a migliorare concretamente la qualità della vita in città.

Un progetto in forte continuità con la ricerca artistica portata avanti da quasi 15 anni dal pittore monzese, che riprende materiali quali il cemento e le resine, legati al passato della sua famiglia nel campo edile, e li trasforma da elementi di costruzione in strumenti di espressione artistica. Le stratificazioni di cementi, gessi, resine, pigmenti e colori di cui sono fatte le sue opere diventano una sorta di metafora del sedimentare dei ricordi e delle tracce del passato. “Per quasi 15 anni, fino al 2014, ho lavorato nel mondo dell’editoria, mentre dal 2009 è nata la passione per la pittura, che pian piano è diventata sempre più un secondo lavoro – racconta il 47enne nato a Monza, dove tuttora vive – finché nel 2014 ho deciso di dedicarmi interamente al mondo dell’arte. Nel frattempo ho iniziato a frequentare fiere e gallerie di arte contemporanea. Col tempo ho capito che dovevo partire dalle mie origini: mio padre era un artigiano edile, quindi conosco bene quei materiali e ho deciso di usarli nelle mie opere, decontestualizzandoli e dando loro significati differenti rispetto all’uso quotidiano”.

“Nella mia ricerca racconto il tempo – spiega Patti –. L’anno scorso ho tenuto la mia personale più importante, alla Fondazione Stelline di Milano, dal titolo “Diario di un sognatore“: era un racconto, attraverso le opere esposte, del mio percorso, dalla mia infanzia attraverso i sogni e i ricordi di quando ero piccolo”. E un momento legato all’infanzia c’entra anche col murale realizzato a Milano. “Respiro nasce dalla mia storia personale – sottolinea Patti –. Mentre dipingevo ho pensato molto alla parola respiro, la associavo al giorno in cui sono stato dimesso dall’ospedale: da bambino sono stato ricoverato per molto tempo a causa di una malattia respiratoria, il giorno in cui mi dimisero è per me il giorno in cui sono rinato, in cui ho cominciato a respirare. Quella volta i miei genitori mi portarono al Parco di Monza, che da lì in avanti è diventato per me un luogo di gioco ma anche di libertà e di rifugio, di protezione. E ancora oggi è un luogo in cui vado a rifugiarmi, a ricercare e ritrovare quelle sensazioni che vivevo da piccolo. Il Parco, i parchi sono il luogo in cui riesco a ritrovare me stesso”.

Il murale, che è stato donato alla città dallo Studio Bastianelli & Calloni, fa bella mostra di sé su uno dei muri della Cittadella degli Archivi, “un luogo storico e affascinante, dove ci sono altri murale e opere a cielo aperto – ricorda l’artista monzese –. Volevo lasciare la mia impronta in un luogo così importante, per dare il mio respiro all’interno di questo spazio e in una città così toccata dal problema dell’inquinamento come Milano. Ho voluto richiamare l’attenzione su questo tema, invitare cittadini e istituzioni a prestare ancor più cura all’ambiente e all’aria che respiriamo”. E lo ha fatto con un’opera che contribuisce attivamente a disinquinare l’aria. “Ho deciso di impiegare una tecnologia particolare, rendendo l’opera green, usando queste vernici ecosostenibili e questo trattamento fotocatalitico brevettati dall’azienda REair, che mi hanno permesso di far respirare il muro. Di fatto disgregano gli agenti inquinanti: essendo un murale di 4,3 metri per 4,3, è come se si fossero piantati 5 nuovi alberi. È un’opera interessante per il contenuto e per il messaggio di sostenibilità. Quanto ai colori, ho usato quelli che si trovano nei parchi, quelli che io assorbo se penso a un parco. Mi piacerebbe portare in giro questo progetto, realizzando altri murale di questo genere”.