Lissone (Monza e Brianza), 26 gennaio 2017 - A Lissone aveva trovato rifugio dall'occupazione nazista e dai bombardamenti alleati. A Lissone venne arrestata per essere poi deportata ad Auschwitz, luogo da cui non fece più ritorno, unica vittima della Shoah partita dalla città. Da venerdì Elisa Ancona sarà ricordata con una strada a lei dedicata: verrà inaugurato domani, in occasione del Giorno della Memoria, "Viale Elisa Ancona - deportata nei campi di sterminio di Auschwitz". L'intitolazione, decisa dal Comune, vuol fissare nella memoria pubblica il nome e la vicenda dell'unica lissonese di origine ebraica che finì nei campi di sterminio, per ricordare con lei tutte le persone la cui esistenza venne travolta dal dramma della Shoah.
A essere dedicato all'80enne di origini ferraresi che venne arrestata a Lissone per essere poi deportata nel lager polacco, dove trovò la morte, sarà il viale alberato e pedonale che conduce da via Carducci al piazzale della stazione Fs, e che fin qui si era chiamato viale Padania. La scelta del luogo non è stata casuale: la zona vicina a quel viale, spiegano dall'Amministrazione, fu "probabilmente l'ultima a essere percorsa da persona libera da Elisa Ancona prima della deportazione". La cerimonia ufficiale si terrà alle 11.30, con la scopertura della nuova targa. Alla manifestazione parteciperanno anche alcune classi delle scuole cittadine, con gli studenti che leggeranno propri pensieri e riflessioni sulla Shoah. "Le scuole hanno accolto con interesse l'invito a prendere parte attivamente alla cerimonia di intitolazione - racconta il sindaco Concetta Monguzzi -. Con alcuni dirigenti scolastici stiamo intraprendendo un percorso per avere delle 'pietre d'inciampo' sul nostro territorio, un ulteriore modo per avere sempre sotto gli occhi il dramma dei totalitarismi. Sono convinta che intitolare una strada a Elisa Ancona sia il solo modo per tenere viva la memoria e l'attenzione, trasmettendo il messaggio alle giovani generazioni".
Elisa Ancona era nata nel 1863 a Ferrara; dal 1902 viveva a Milano. A Lissone si rifugiò come sfollata dopo l'occupazione tedesca successiva all'8 settembre 1943 e per sfuggire ai bombardamenti aerei alleati. Il 30 giugno del 1944 venne arrestata proprio a Lissone da militi fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana: imprigionata a San Vittore, fu trasferita a Verona e da lì inclusa nel trasporto in arrivo da Fossoli e destinato ad Auschwitz, dove arrivò il 6 agosto del '44, venendo avviata alle camere a gas e alla morte. Ad oggi risulta l'unica vittima lissonese della Shoah.
Subito prima della cerimonia di scopertura della targa i ragazzi delle medie e delle superiori assisteranno a uno spettacolo teatrale intitolato "Edith Stein - Pensieri tra le ceneri", che racconta la vita e la testimonianza della filosofa di origini ebraiche diventata poi suora carmelitana e deportata ad Auschwitz, dove morì nel 1942. Edith Stein è stata proclamata santa nel 1998 da Papa Giovanni Paolo II. La sua figura si lega in modo forte a Lissone, visto che a lei e al nome religioso assunto nel 1934 quanto entrò nell'Ordine del Carmelo come Teresa Benedetta della Croce è intitolata la Comunità Pastorale della città.