ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Lissone, l’appello degli invalidi: “Mai più questo strazio”. In città la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

Tre morti al giorno ai quali ci si dimentica di aggiungere i decessi quotidiani per malattie professionali. “Io, su una carrozzina nel 1992, un’esperienza che ha segnato la mia vita”

La manifestazione domenica pomeriggio a Lissone

La manifestazione domenica pomeriggio a Lissone

Lissone (Monza), 14 ottobre 2024 – ​​Ieri, in tutta Italia, si è celebrata la 74esima Giornata nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, un evento istituzionalizzato nel 1998 su richiesta dell’Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro). A Lissone il programma ha preso avvio con la messa nella Chiesa SS. Pietro e Paolo, seguita dalla cerimonia civile a Villa Magatti. Qui, autorità locali, rappresentanti delle istituzioni e dirigenti Anmil si sono riuniti per confrontarsi sui dati relativi agli infortuni e le misure necessarie per migliorare la sicurezza sul lavoro.

La consegna dei distintivi d’onore

Sono stati anche consegnati i Brevetti e i Distintivi d’Onore agli Invalidi del lavoro, un momento significativo che ha sottolineato l’importanza del riconoscimento e della dignità per coloro che hanno subìto gravi infortuni. Ivan Ghironzi, presidente di Anmil Monza, ha fatto un intervento accorato: “In questa Giornata vogliamo ricordare le tante, troppe vittime del lavoro, ma anche rivendicare una più dignitosa e giusta tutela per tutti loro e rafforzare l’impegno per luoghi di lavoro sempre più sicuri - ha detto -. Ma un ringraziamento profondo va al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dalle cui parole tutti dovremmo ripartire per fare della sicurezza sul lavoro un impegno quotidianoe, a quanti di voi rappresentano le massime istituzioni in materia, chiediamo di ascoltare le nostre istanze con attenzione affinché possano essere messe al centro di azioni concrete”. 

Da trent’anni sulla sedia a rotelle

Ghironzi ha portato la tua testimonianza, di quando un infortunio sul lavoro nel 1992 lo costrinse alla carrozzina: “L’insicurezza sul lavoro ha segnato la mia vita ed è un dolore di cui ancora oggi porto il peso sulle spalle”. Le sue sono state parole forti e chiare: “Tre morti al giorno sul lavoro, ai quali però ci si dimentica di aggiungere i circa 5 decessi quotidiani per malattie professionali, sono numeri che non cambiano rispetto a dieci anni fa. A tutti loro, come alle centinaia di migliaia di persone che ogni anno si infortunano, dovrebbe essere garantita una migliore tutela sia dal punto di vista delle prestazioni economiche sia da quello delle prestazioni sanitarie. Occorre tornare a parlare con urgenza e concretezza della tutela delle vittime e delle loro famiglie”.