DARIO CRIPPA
Cronaca

Giovanna uccisa dal cognato, a Nova una faida di minacce e stalking. La figlia assalita: “Sconvolta, non riesco a dire nulla”

L’inchiesta sulla donna accoltellata da Giuseppe Caputo. “Situazione persecutoria”. Oggi l’interrogatorio dell’uomo arrestato per omicidio. “Covava risentimento verso i parenti”

Giovanna Chinnici, 63 anni, è stata uccisa a coltellate dal cognato

Nova Milanese (Monza Brianza) - “Sono sconvolta, non ce la faccio a parlare, non riesco a dire nulla”. Attraverso i suoi legali, chiede tempo e silenzio. È una ragazza di 28 anni e il mondo le è crollato addosso.

Prima suo zio ha tentato di ucciderla ferendola lievemente (un’abrasione), poi ha ammazzato davanti ai suoi occhi sua mamma che si era messa in mezzo solo per difenderla. Sono giorni difficili per la famiglia di Giovanna Chinnici, la donna di 63 anni uccisa a coltellate dal cognato mercoledì nella palazzina di via Magellano a Nova Milanese. Ieri c’è stata l’autopsia, bisogna chiarire quanti siano stati e dove abbiano colpito i fendenti sferrati con un coltello a serramanico da Giuseppe Caputo, 62 anni, al culmine di una lite per un parcheggio.

Si delinea col passare delle ore il quadro di una famiglia a pezzi. Il papà, origini napoletane, aveva messo a vivere nella palazzina che si era fatto costruire alla periferia di Nova Milanese, le sue tre figlie, con le rispettive famiglie. Quattro appartamenti. Fino a qualche anno fa, finché non era venuto a mancare, nessun problema. Da allora però, erano cominciate le tensioni, che la moglie gravemente malata non era riuscita a sopire. Ed erano rimasti fondamentalmente due gruppi: da un lato la famiglia di Giovanna Chinnici, il marito di 66 anni, un figlio di 31 e la sorella di 28, contro cui era partita l’aggressione sfociata l’altro giorno nell’omicidio della mamma. Dalla loro parte, anche la famiglia dell’altra sorella con marito e figlio.

Dal capo opposto, c’era la terza sorella col marito Giuseppe Caputo e il figlio David, che l’altro ieri ha provato a prendere le difese del padre accennando alle liti con i parenti. I due nuclei famigliari della vittima, rappresentati dagli avvocati Fabrizio Negrini e Corinne Buzzi del Foro di Monza, precisano come le liti non fossero reciproche, ma di fatto unidirezionali. Contro la famiglia del presunto omicida, Giuseppe Caputo. Una situazione che nel tempo si era incancrenita e che da semplici dissidi famigliari (un condizionatore che avrebbe buttato aria in casa Caputo, i pannelli solari che non gli avrebbero dato il permesso di installare) aveva portato a diversi procedimenti giudiziari. Giuseppe Caputo era già stato condannato due volte per minacce, con sentenza passata in giudicato ed era tuttora pendente nei suoi confronti una denuncia per stalking condominiale (e altre due sono aperte davanti al Giudice di Pace).

Una situazione persecutoria, così la descrivono gli avvocati che parlano di “procedimenti penali che vedono i nostri assistiti esclusivamente come persone offese”. Una denuncia presentata tempo fa da Giuseppe Caputo per un colpo alla nuca ricevuto era stata archiviata. Covava risentimento, dunque. Deflagrato l’altro giorno nell’aggressione. La figlia di Giovanna arriva a casa e parcheggia in un posto auto che non sta bene allo zio Giuseppe. Quest’ultimo la aggredisce ed estrae un coltello. Ferisce la nipote e colpisce la sorella al petto, sotto la gola, lasciandola in una pozza di sangue. Poi la corsa inutile in ospedale e l’arrivo dei carabinieri.

Oggi Giuseppe Caputo, arrestato per omicidio e tentato omicidio aggravati dallo stato di parentela e dall’uso di un’arma da taglio, sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Finora era rimasto in silenzio. I funerali di Giovanna saranno celebrati lunedì, o al massimo il giorno dopo.