
Il tribunale di Monza
Giussano (Monza Brianza), 24 aprile 2025 - Per l'ex assistente amministrativa in servizio all'istituto comprensivo ‘Don Rinaldo Beretta’ di Giussano accusata di essersi intascata quasi 156mila euro in tre anni, con una serie di bonifici dalle piattaforme in uso alla scuola mascherati da "mandati di pagamento" per servizi informatici mai realizzati o per l'acquisto "di beni" mai effettuati, nè il Ministero dell’Istruzione e del Merito e neanche la scuola si sono costituiti parti civili oggi all'udienza preliminare al Tribunale di Monza.
La donna, F.D., 54 anni, già condannata dalla Corte dei Conti della Lombardia, voleva chiudere i conti con la giustizia penale con un patteggiamento, ma la pena da concordare con la Procura per peculato prevede la restituzione delle somme che si intendono sottratte, impossibile perché i suoi conti correnti sono stati sequestrati. Quindi la 54enne ha dovuto scegliere come alternativa il processo con il rito abbreviato, che comunque prevede lo 'sconto' di un terzo sulla pena in caso di condanna e dovrà ripresentarsi a novembre davanti al giudice Andrea Giudici insieme a due familiari ritenuti a loro volta corresponsabili perchè le somme indebitamente sottratte sarebbero finite su conti correnti a lei intestati ma anche "cointestati" ai parenti stretti.
I tre imputati sono tutti difesi dall'avvocata Elisa Grosso di Seregno, secondo cui l'accusa di peculato è da escludere nei confronti dei familiari della donna, ritenuti inconsapevoli dell'origine illecita delle somme versate a loro favore. Ora spetterà al giudice decidere se accogliere la tesi difensiva.