STEFANIA TOTARO
Cronaca

Giussano, ragazza aggredita dall’ex (che era in permesso) nell’indifferenza: “Mi sono tolta la lama da sola”

“Io so sempre dove sei”. Poi è salito sull’auto colpendola al volto, cercando di strangolarla con un cavo usb per poi accoltellarla alla schiena. Il film dell’orrore dell’aggressione alla 24enne comasca e la sua disperata richiesta d’aiuto: “Ha raggiunto un uomo bussandogli al finestrino, ma lui le ha risposto che stava parlando al telefono con il suo capo e non poteva darle retta”

T15ATA

Il parcheggio di Giussano dove è avvenuta l’aggressione ai danni dalla ragazza: la 24enne sarebbe stata picchiata avrebbe subito un tentativo di strangolamento poi le coltellate Sotto, Said Cherrah

 (Monza Brianza) - “Io so sempre dove sei”. Ed è salito sull’auto della ex ferma nel parcheggio, l’ha colpita ripetutamente al volto, ha tentato di strangolarla con un cavo usb, tra la gente indifferente alle sue urla e poi l’ha colpita con una coltellata alla schiena. Fotogrammi di un film dell’orrore che la 24enne di Erba, vittima lunedì di tentato omicidio, ha raccontato alla sua avvocata, Daniela Danieli di Como, e ai carabinieri che all’ospedale San Gerardo hanno raccolto la denuncia della giovane ancora ricoverata con una prognosi di 21 giorni. “La ragazza era nel suo giorno libero dal lavoro e doveva incontrare un’amica per andare a mangiare il sushi al centro commerciale di Giussano – ripercorre la legale –. Ha detto che è passata un’auto che le ha lampeggiato e lei ha pensato che fosse il solito che fà apprezzamenti per strada”.

Invece era Said Cherrah, il 26enne anche lui di origini marocchine che quel giorno aveva avuto un permesso per lasciare gli arresti domiciliari che gli sono stati imposti proprio per i ripetuti episodi persecutori a carico della ex fidanzata. “Cosa ci fai qui? Non puoi uscire di casa, come hai fatto a trovarmi”, gli avrebbe infatti detto la giovane, ricevendo come risposta quelle parole agghiaccianti che lascerebbero presagire un assoluto controllo sulla vita della ex. Saranno le indagini a stabilire se il 26enne avesse dotato il telefonino oppure l’auto della ragazza con un dispositivo di geolocalizzazione, oppure se semplicemente l’avesse seguita. “Lui l’ha obbligata a salire sull’auto di lei e prima le ha chiesto 300 euro per andarsene, poi l’ha picchiata, lasciandole il volto tumefatto, ha cercato di strangolarla con un cavetto – continua l’avvocata Danieli –. Ha raccontato che lei urlava, ma nessuno si è avvicinata per aiutarla. Anche quando è stata accoltellata alla schiena, si è messa a correre e ha raggiunto un uomo fermo su un’auto bussandogli al finestrino, ma lui le ha risposto che stava parlando al telefono con il suo capo e non poteva darle retta”.

La giovane si è quindi tolta da sola la lama dalla schiena continuando a fuggire, finché non è caduta a terra senza più forze. Ma prima è riuscita a chiamare i carabinieri. Said Cherrah ha raccontato una versione del tutto opposta al suo difensore, l’avvocato Roberto Grittini. “Mi ha detto che stava ancora insieme alla ragazza e che si erano dati appuntamento dove poi lui l’ha accoltellata. Ma il coltello ce l’aveva lei”, le parole del giovane. Dopo il tentato omicidio il 26enne che vive a Broni è tornato nel Pavese e da lì ha chiamato il suo legale. Poi i carabinieri della stazione di Giussano e della Compagnia di Seregno, con la collaborazione dei colleghi del luogo, sono andati ad arrestarlo.

“Quello che è certo è che quella tra i due era una relazione tossica e patologica, quando lui era in carcere lei gli faceva avere soldi e gli ha anche regalato un paio di scarpe griffate. Certo che lui, che aveva un divieto di avvicinamento, non doveva vederla e non doveva andare a Giussano”, sottolinea il difensore in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Cherrah era agli arresti a casa sua perché l’aveva aggredita un anno fa lanciandole addosso dell’acido muriatico. L’episodio era avvenuto a Erba per strada e la vittima aveva scongiurato gravi conseguenze grazie, quella volta, all’aiuto dei passanti.

“La volta scorsa è stata fortunatissima, una signora russa si era messa in mezzo e poi le aveva buttato un secchio di acqua evitando che l’acido facesse danni eccessivi, oggi ha un problema a un occhio ma fortunatamente non danni permanenti alla vista – ricorda l’avvocata della 24enne –. Lui aveva detto “ti ammazzo e ti rovino con l’acido“, ci ha provato veramente e adesso si vede che è passato alla fase successiva. Gli hanno dato gli arresti domiciliari ma senza alcun dispositivo elettronico, non capisco”. Ora Said Cherrah è rinchiuso nel carcere di Pavia in attesa di essere interrogato dal gip.