Se ne erano accorti nel 2017, in occasione delle celebrazioni del bicentenario della morte del grande architetto neoclassico bergamasco Giacomo Quarenghi. Un personaggio che da Rota d’Imagna, dove era nato nel 1744, aveva conosciuto la fama mondiale ed era morto nella colta e ricca San Pietroburgo nel 1817, alla Corte imperiale russa, dove si trovava in esilio dopo l’avvento di Napoleone e dove fra le sue opere aveva firmato anche l’Ermitage. Due dei suoi importanti disegni, conservati nel corpus quaranghiano della biblioteca civica Angelo Mai, erano però spariti nel nulla. Da quando, esattamente, non è dato sapere. E neppure come. Fatto sta che bisognava ritrovarli, anche se farlo non è stato semplice. I due disegni erano infatti conservati nella collezione del Royal Institute of British Architects (RIBA), Drawings & Archives Colletcion, del Victoria and Albert Museum di Londra. A quel punto sono entrati in azione i Monuments Men di Monza, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. È cominciata così una complessa opera giudiziaria e diplomatica, anche perché nel frattempo il Regno Unito era uscito dall’Unione europea. Il felice epilogo ieri a Bergamo, quando in occasione dell’apertura dell’Atrio Scamozziano, i carabinieri agli oridini del maggiore Michele Minetti hanno restituito alla Biblioteca Civica “Angelo Mai” di i due importanti disegni del XVIII secolo. "La vicenda trae origine nel 2017 - fanno sapere gli investigatori monzesi -, nelle fasi di ricostruzione del corpus quarenghiano della Biblioteca Civica Angelo Mai, che possiede la più grande collezione al mondo di opere di Giacomo Quarenghi". I due disegni, uno raffigurante un candelabro realizzato a penna e inchiostro su carta oleata e l’altro i particolari di colonne architettoniche a lapis, sono stati individuati nella collezione del Royal Institute of British Architects del Victoria and Albert Museum di Londra. Bisognava dimostrare la loro provenienza, però. E a questo è servita un’opera di studio molto precisa. Sui due disegni è stato notato ben evidente il timbro della biblioteca di Bergamo, e quindi è stato naturale a quel punto ipotizzare che ci fosse stata una uscita illecita dagli archivi bergamaschi e dal territorio dello Stato italiano. Effettuati gli accertamenti del caso, è stata verificata l’autenticità dei due disegni che, in origine, erano custoditi presso la biblioteca Angelo Mai e ne è stata data comunicazione all’Autorità Giudiziaria di Bergamo, attivando i canali diplomatici per ottenere il rimpatrio delle opere d’arte illecitamente esportate. Grazie anche al lavoro dei funzionari del Ministero della Cultura, coadiuvati dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Roma, e alle direttive europee a tutela del patrimonio culturale dei diversi Stati membri, fra cui all’epoca figurava ancora il Regno Unito (norme internazionali recepite nel Codice dei Beni Culturali italiano), è stato possibile ottenere la restituzione. Si dice che il canale diplomatico aperto a Roma abbia funzionato a dovere, il Regno Unito non ha opposto alcuna resistenza e il rimpatrio è avvenuto tramite spedizione diplomatica curata direttamente dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza, in collaborazione con i militari della sede TPC di Roma. Ieri, appunto, il momento della restituzione ufficiale, con i due disegni che sono potuti tornare finalmente alla biblioteca Angelo Mai di Bergamo, dove saranno conservati e resi nuovamente fruibili per l’intera collettività.
CronacaGli antichi disegni ritrovati. Due opere di Quarenghi erano in un museo di Londra