ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Villa Reale e Parco di Monza, i primi otto mesi di Bartolomeo Corsini: dalla scuola di cinema al Terzo Paradiso

Il direttore generale del Consorzio illustra i prossimi passi. Contatti con Locarno e con Michelangelo Pistoletto

Bartolomeo Corsini da otto mesi direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza

Bartolomeo Corsini da otto mesi direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza

Monza – Un vulcano di idee e di progetti, tanto sognanti quanto pragmatici. Si potrebbe riassumere così il profilo di Bartolomeo Corsini in qualità di direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. L’estro prestato alla concretezza, forse tratto della sua milanesità, sicuramente un indirizzo che trova nella Reggia di Monza un grandissimo terreno fertile su cui lavorare.

Direttore, qual è il bilancio di questi suoi primi 8 mesi alla guida del Consorzio?

"Sicuramente positivo. C’è un percorso ben avviato già da prima che arrivassi io, che sta proseguendo con risultati sempre più evidenti e una crescita costante. Io sono arrivato qui con l’idea di spingere questo percorso, non di tirarlo verso qualcos’altro. Voglio agevolare quello che c’è, che è tanto. E farlo nel rispetto di un luogo di straordinaria bellezza, che si è salvato dal tempo".

Su quali linee di intervento si sta basando la sua guida?

"Stiamo intervenendo su tre filoni fondamentali: uno architettonico-storico con l’idea di risanare a mano a mano tutti gli edifici del Parco; uno naturalistico di lavoro manutentivo e agronomico sul milione e 200mila alberi che fanno parte del complesso naturalistico, nonché sul resto della vegetazione e sulla rete idrica; il terzo filone è quello del benessere. Questo deve essere un luogo in cui la gente risana la propria mente e il proprio fisico. Varcata la soglia d’ingresso del Parco si deve entrare in una diversa dimensione di mondo".

Su questo terzo filone del benessere, ci può illustrare qualche intervento?

"Posso anticipare che stiamo lavorando a recuperare il centro Rai progettato da Gio Ponti, rendendolo sede della gloriosissima Fondazione Morandi, che si occupa di cura e di assistenza in particolare di adolescenti con una situazione clinica delicata".

Ha in mente qualcosa anche in termini di nuove attività che potranno svolgersi negli spazi della Reggia?

"I progetti in pentola sono tanti. Sono già in contatto con la scuola di cinema di Locarno, per fare venire gli studenti svizzeri ad allestire qui set cinematografici e fare delle riprese. Stiamo poi valutando di destinare l’ala nord della Villa Reale, una volta riaperta (tra poco tempo), alla Scuola di Botticino per i restauri artistici, considerando che qui il nostro nucleo di Carabinieri si occupa proprio di questo. E poi naturalmente stiamo puntando con forza all’ingresso della Villa Reale nel Sistema museale nazionale. Il percorso è avviato e dovremmo arrivare a traguardo entro un annetto".

È vero che c’è un contatto con Michelangelo Pistoletto?

"Lui ci adora. E la cosa è reciproca. Potrebbe avere un’idea di collaborare con la Reggia, stiamo valutando questa possibilità. Magari che possa portare qui il suo “Terzo Paradiso“, le sue opere di straordinaria bellezza che rappresentano il nuovo stato di simbiosi tra natura e artificio a cui deve lavorare l’umanità".

Una Reggia ricca di iniziative.

"Già adesso è attiva, considerando che ha sempre tre mostre, di alto profilo, contemporaneamente nei suoi spazi. Ora si tratta di aggiungere tasselli che siano sempre ben connessi all’identità di questo luogo magico. L’impegno è mastodontico. Si lavora per puntini, come la teoria di Steve Jobs, ma alla fine i puntini si uniscono, e viene fuori un insieme coerente".