DARIO CRIPPA
Cronaca

Gli occhi di Giorgio: "Farò qualcosa di grande"

L’ultima donazione di organi e cornee, è già la sesta del 2025 in paese. Qualche giorno fa il parroco aveva voluto la lavanda dei piedi ai trapiantati.

I 9 trapiantati di organi e cornee e le 3 donatrici in vita con don Emanuele Salvioni

I 9 trapiantati di organi e cornee e le 3 donatrici in vita con don Emanuele Salvioni

"Se non accadrà il miracolo della guarigione, ce ne sarà uno ancora più grande". Giorgio Zorloni se lo sentiva e lo aveva scritto su un biglietto qualche giorno fa. Conosciuto per la sua generosità, non è stato difficile per i suoi famigliari, quando la malattia che lo aveva colpito ha fatto il suo corso, accondiscendere alla richiesta di donare le sue cornee.

L’altro giorno è entrato nel libro speciale della sezione Aido di Giussano (26mila abitanti) come il donatore numero 258, il sesto di quest’anno. Non a caso qualche giorno fa, alla messa “In Coena Domini“ che apriva i riti del triduo pasquale, il parroco don Emanuele Salvioni aveva voluto che la cerimonia della lavanda dei piedi fosse fatta ai trapiantati giussanesi nella Basilica Santi Filippo e Giacomo. Erano presenti 9 trapiantati di organi e cornee e tre donatrici in vita. Una che aveva donato il rene al marito, una parte del proprio fegato al figlio neonato e un’altra il midollo osseo alla sorella.

Ora c’è appunto anche Giorgio Zorloni. Nato a Giussano nel 1965, era deceduto all’ospedale di Vimercate il 19 aprile scorso per un tumore ai polmoni. Dopo scuole superiori di tipo tecnico, da anni lavorava alle vendite in negozi di abbigliamento di alta qualità a Lugano.

Amante della vita e della musica, in particolare della musica rock – frequenti le sue fotografie ai concerti con l’immancabile barba molto curata da cui non aveva voluto separarsi nemmeno in ospedale – era anche uno sportivo e lo si poteva incontrare spesso alle maratone a scopo benefico organizzate sul territorio. "Generoso, di vedute molto aperte, si interessava ad ogni cosa. Attento a tutto, per natura amava andare a fondo in ogni materia o argomento cui veniva a conoscenza" lo ricordano i famigliari.

Negli ambienti che frequentava, come detto, da tempo era famoso per la barba di cui andava fiero e orgoglioso e che curava in maniera maniacale. La malattia si era presentata qualche tempo fa e aveva presentato subito il conto e Giorgio ne era perfettamente cosciente. A tal punto che qualche anno fa aveva scritto su un foglio di sentirsi pronto a qualcosa di grande. Frase che è riportata anche nell’immaginetta ricordo di Giorgio distribuita dopo le sue esequie. Presto due persone grazie a lui potranno tornare a vedere e alla vita piena dopo che le sue cornee sono state prelevate e trasferite alla Banca degli Occhi di Monza per il successivo trapianto. Anche l’Aido-Giussano ringrazia Giorgio e i suoi familiari "per l’esemplare gesto e la generosità dimostrata pur nel momento di grande sconforto".