Lissone (Monza e Brianza) – È l’ultimo nome iconico che testimonia ancora chiaramente la storia secolare di Lissone come “Città del Mobile”, quella vocazione specifica del territorio che ha fatto tutt’uno con il suo sviluppo economico e sociale. Tramontata la stella del Palazzo del Mobile, diventato dall’aprile di quest’anno il nuovo Palazzo dello Sport dopo una lunga riqualificazione, sparito da tempo il marchio di Progetto Lissone, oggi è rimasta la Biblioteca del Mobile e dell’Arredamento a raccontare alle nuove generazioni quel legame strettissimo della città col settore del legno-arredo, un binomio entrato pure nei libri di storici e scrittori come Cesare Cantù e ne “L’Adalgisa” del romanziere Carlo Emilio Gadda, con la sua “stansa de Lissòn“. Quello della biblioteca specializzata di piazza IV Novembre è l’ultimo nome che richiama, in termini non di singoli ma di collettività, la lunga tradizione mobiliera lissonese. Una tradizione che, comunque, perdura ancora oggi, seppur con differenze evidenti.
Una volta, accanto alla miriade di botteghe e negozi artigiani sparsi sul territorio, assieme alle grandi ditte e agli studi di progettisti, c’erano anche grossi marchi riconoscibili, come appunto il Palazzo del Mobile e Progetto Lissone, che in qualche modo davano un’immagine collettiva della maggior vocazione produttiva e commerciale della città. Oggi prospera invece un tessuto diffuso di decine di realtà medie e piccole, a volte molto specializzate, che viaggiano soprattutto in modo individuale, trovando momenti di unità in occasione di grandi eventi di settore come il FuoriSalone collegato al Salone del Mobile di Milano, e pure qui non sempre.
Sono loro a tenere alta da anni la bandiera lissonese, le imprese maggiormente legate alla realtà del design, eccellenze che esportano in tutto il mondo pezzi che raccontano il “saper fare“ e la creatività di progettisti e artigiani locali. A volte ancora fanno vetrina assieme, come in occasione di Expo 2015, quando una ventina di aziende artigiane ha dato vita a “Le tredici sedie mai dipinte dell’Ultima Cena di Leonardo“, una collezione di 13 prototipi avveniristici e originali di sedute progettate da altrettanti designer, ispirate agli Apostoli e al Cristo del Cenacolo vinciano. Ma mancano quei “nomi collettivi“ dell’attività mobiliera lissonese tramontati con la chiusura di Progetto Lissone, la società per azioni mista pubblico-privato che per 16 anni ha riunito fino a 250 aziende del settore allestendo biblioteche, alberghi, musei, ospedali e sedi universitarie, e con la dismissione di Palazzo del Mobile, per 50 anni simbolo della produzione locale del legno-arredo e ora trasformato dall’imprenditore brianzolo Sergio Longoni in un nuovo Polo dello Sport a marchio DF Sport Specialist. Anche per questo è ancor più importante tenere viva e al passo coi tempi la Biblioteca del Mobile.