MARTINO AGOSTONI
Cronaca

Golf senza barriere Pallina, mazza e l’istinto dei sogni a “occhi chiusi“

Il progetto dell’Unione ciechi di Monza sul green di Usmate. La presidente: "Nulla è impossibile quando ci si mette in gioco".

Golf senza barriere Pallina, mazza e l’istinto dei sogni a “occhi chiusi“

di Martino Agostoni

È questione di vibrazioni, di impostazione, di sintonia con il maestro e, anche ad occhi chiusi, la pallina va in buca. “L’essenziale è invisibile agli occhi“ è la celebre affermazione sui sentimenti del Piccolo Principe dello scrittore Saint-Exupery, ma è sorprendente scoprire che lo stesso concetto diventa un’esperienza reale ogni volta che una persona cieca si cimenta nel gioco del golf. Sembra incredibile poter praticare uno sport di lanci, traiettorie e misure come il golf senza vedere, eppure bisogna ricredersi perché per le cose essenziali non servono gli occhi ma altre abilità. E a dimostrare quanto credibile e concreto sia praticare il golf senza usare la vista sono alcuni soci dell’Uici di Monza (Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus) che hanno iniziato a frequentare i campi da gioco di Usmate Velate sotto la guida di un maestro federale.

"Sembrava anche a me impossibile – racconta Ernesto Pala, ipovedente che giocava a golf prima di dover fare i conti con i problemi alla vista –. Io che da anni praticavo il golf sapevo bene che la vista era fondamentale. Perché quella pallina che ti trovi davanti ai piedi la devi vedere e devi anche vedere dove è la buca, la direzione, la distanza". Eppure Ernesto si è dovuto ricredere perché c’è una tecnica particolare che permette anche a chi non vede di approcciarsi al golf, naturalmente con l’ausilio di un maestro, che punta su certe abilità non legate alla vista per andare in buca. Come per ogni principiante, il maestro insegna al giocatore le posture e i movimenti da eseguire per colpire la pallina, ma in più per un allievo non vedente gli posiziona anche in modo corretto il bastone e, soprattutto, prima del lancio batte la pallina sul ferro permettendo, attraverso le vibrazioni, di far percepire la posizione prima di colpirla. L’insegnante quindi dà le indicazioni sulla direzione del lancio e la distanza della buca, così il non vedente ha tutti gli elementi necessari per impostare il lancio, calibrare la potenza e quindi colpire la pallina.

"Io sono rimasto senza parole di fronte alla bravura dei miei compagni non vedenti – continua Ernesto –. E con me anche gli altri golfisti che, quando scoprono che quel bel lancio è stato eseguito da una persona cieca restano basiti. Le prime volte capita di fare lanci a vuoto, cosa che accade anche alle persone normodotate. Quando il giocatore ha compreso il movimento e “sentito“ la posizione della pallina, il gioco è fatto". L’orientamento è fondamentale e anche le indicazioni del maestro che deve essere in grado di dare le corrette informazioni senza che ovviamente abbiano riferimenti visivi. "Facile dire tira là – prosegue Ernesto –. Ma là per un cieco non ha senso. Servono direzioni, inclinazioni, indicazioni di eventuali pendenze o presenza di dislivelli o buche, per esempio, della presenza di un laghetto, senza rischiare di finirci dentro, o di un albero per evitare di sbatterci contro".

Ogni tiro è sempre un iniziare da capo. L’esperienza del golf per gli atleti brianzoli dell’Uici è straordinaria, sono centinaia le nozioni che via via hanno appreso per muoversi sul campo da golf ed è un’occasione per migliorare la propria autonomia, stare all’aperto e incontrare altri appassionati. "Insegnare a persone non vedenti è un’esperienza straordinaria – spiega il maestro Matteo Bellenda, una carriera ultra ventennale come insegnante e che da anni insegna golf a persone con disabilità –. Noi chiudiamo gli occhi prima di lanciare per sentire il corpo, ma poi li riapriamo. Loro, invece, sentono e lanciano sempre al buio. Hanno fatto grandi progressi anche se, naturalmente, è sempre fondamentale la presenza del maestro". I risultati sono positivi per tutti e sottolinea la presidente dell’Uici di Monza Silvana Oliva "ancora una volta si dimostra la potenzialità incredibile delle persone con disabilità visiva. Nulla è impossibile quando ci si mette in gioco".