Monza, 8 gennaio 2018 - Ormai tutti si erano convinti che almeno fino al 2019 compreso, il Gran premio di Formula Uno fosse in cassaforte. Perché con la benedizione governativa con la Legge di Stabilità del 2016 all’impegno economico di Aci per garantire il pagamento a Liberty Media del milionario contratto, nessuno si sarebbe mai aspettato che proprio il Parlamento, un anno dopo, rimettesse in discussione la pratica Monza. Tutta colpa della legge di Bilancio che, per una svista, ha equiparato l’Automobile club d’Italia (proprietaria per il 75% di Sias, la società che gestisce l’autodromo di Monza) a una società municipalizzata, vincolandola quindi alle severe norme della Legge Madia.
Anche se Aci non è un ente che incide sul bilancio dello Stato. Ma ormai il danno è fatto. Riparabile, certo, con un provvedimento ad hoc. Allo stato attuale, però, «ci troviamo con dei vincoli inutili, che non portano vantaggi ai conti dello Stato ma che invece ci creano serie problematiche», l’analisi di Angelo Sticchi Damiani, presidente di Aci. È stato lui, grazie al sostegno di Regione Lombardia e del Governo Renzi, a salvare il Gran premio d’Italia a Monza, firmando un contratto per il triennio 2017-2019 da 68 milioni di dollari: 22 milioni per i primi due anni, 24 per il terzo. Un impegno non indifferente ma praticabile grazie alla possibilità data ad Aci di utilizzare tutte le risorse del proprio bilancio, compresi i soldi del Pubblico registro automobilistico. Adesso, però, le condizioni sono cambiate. «Se ci tolgono la giusta libertà di movimento per fare il nostro dovere, allora non so se saremo ancora in grado di onorare gli impegni che abbiamo preso verso l’Italia», la constatazione di Sticchi Damiani. Per carità, «la Legge Madia è fatta bene perché molte municipalizzate creavano buchi che ricadevano sui Comuni e di conseguenza sullo Stato, ma non è il nostro caso».
L’automobile club d’Italia «ha degli utili dalle sue società e se saremo costretti a chiuderle perderemmo delle entrate che ci permetterebbero di rispettare i contratti firmati. Già a partire dal Gran premio di quest’anno». Ed «è chiaro che sono preoccupato». Il presidente Aci confida che si riesca a trovare una soluzione. Anche perché «noi chiediamo soltanto di poter continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto, chiediamo di non cambiarci le carte in tavola. Qualcuno ci ha chiesto di intervenire in prima persona e a certe condizioni per salvare il Gran premio. Adesso, però, devono permetterci di farlo. Se non si troverà il modo di tirar fuori l’Aci da questa situazione, non potremo rispettare gli impegni presi con il Parlamento e il Paese per mantenere la Formula Uno in Italia». I tempi sono stretti. Lo scorso anno, la prima fattura di Liberty Media per il Gp del 2017 è arrivata a marzo. Per la gara di quest’anno, in calendario il 2 settembre, potrebbe arrivare già fra tre mesi.