
L’arrivo nella spiaggia di Cattolica dopo il lungo viaggio in auto e, a sinistra, il momento della liberazione in un tratto di costa con sabbia e scogli; il granchio ha perso una zampa
Monza, 28 aprile 2019 - Come la trama di un film di animazione. Come la storia di Nemo, il pesce pagliaccio della Disney Pixar che riesce a fuggire dall’acquario in cui era stato rinchiuso e a tornare nell’oceano. A dar corda alla fantasia, si potrebbe pensare allo stesso copione anche per il piccolo granchio «scappato» da una bancarella del mercato, salvato da un operatore ecologico e liberato in mare dai volontari dell’Enpa.
Monza, quartiere San Fruttuoso. Al mercato settimanale nel rione c’è di tutto. Compresi i banchi del pesce fresco. Nel via-vai dei clienti un granchio finisce a terra. Nessuno se ne accorge. E lui si rifugia tra le casse in polistirolo, tra ghiaccio e rifiuti. Quando gli ambulanti se ne vanno, arrivano le squadre di netturbini per ripulire l’area mercato. La sorpresa. Un addetto nota il piccolo crostaceo, immobile e senza una zampa, evidentemente caduto da una bancarella. Ma invece di finire comunque bollito in pentola, per lui il destino ha scritto un finale diverso.
L’operatore ecologico lo ha raccolto e portato al parco-rifugio dell’Enpa in via San Damiano a Monza. Vinto lo stupore iniziale, i volontari hanno recuperato un acquario, lo hanno riempito con acqua salata - come quella acquistata da chi detiene pesci e altri animali marini – e lì hanno immerso il granchio. Una volta nutrito, non certo per poi metterlo in pentola, è sorto il dilemma: dove liberarlo? E ancora lo zampino lo ha messo il caso per suggerire la soluzione migliore: Stefano e Feddi, operatori del rifugio Enpa, proprio in quei giorni andavano a fare una breve vacanza a Cattolica, sul mare Adriatico e così, dopo aver accertato che il crostaceo apparteneva a una specie autoctona, la soluzione era lì, servita su un piatto d’argento.
Dopo poche ore in macchina in un acquario da viaggio, il piccolo granchio è stato rilasciato in una zona con una lingua di sabbia che accompagna agli scogli: «Il granchio all’inizio è rimasto fermo, poi appena ha sentito l’acqua è corso verso gli scogli, sulla sabbia e si è piazzato vicino a un’alga. È stato un momento di grande felicità e commozione», le parole di Feddi.