STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

“La Madonnina nel bosco va demolita”. Il Comune di Briosco non arretra e i fedeli organizzano veglie di preghiera e Rosari

La grotta dedicata alla Vergine e amata dai devoti è in realtà un abuso edilizio all’interno di un’area parco, ma il pensionato Giuseppe Riva che l’ha realizzata si oppone alla decisione e si appella alla Provvidenza e… al Tar

La piccola grotta con la statua della Madonna cara ai fedeli di Briosco

La piccola grotta con la statua della Madonna cara ai fedeli di Briosco

Briosco (Monza Brianza), 9 Marzo 2025 – Non si placano le polemiche sull'ordine di demolizione della piccola grotta con la Madonnina, che si trova insieme ad altre presunte opere abusive in un terreno sottoposto a vincolo ambientale a Briosco. Per salvarla in paese starebbero organizzando anche una veglia di preghiera. Il caso scoppiato a Briosco contrappone l'amministrazione comunale e il pensionato ottantenne Giuseppe Riva, proprietario di un'area boschiva di tremila metri quadrati acquistata 45 anni fa e che solo sei anni dopo è stata sottoposta a vincolo paesaggistico perché inserita nel Parco regionale della Valle del Lambro. Il Comune ora impone l'abbattimento di una piccola baracca in legno che contiene gli attrezzi per la pulizia e il taglio del verde nell'area recintata e di un piccolo stagno di acque piovane dove all'interno è posizionato il piccolo manufatto votivo. Giuseppe Riva, in quel terreno dove ha posizionato anche qualche sedia e un tavolo, ci va insieme ad un gruppo di coetanei per passare il tempo libero, sia pregando sia vivendo momenti di fraterna convivialità in mezzo della natura.

Il ricorso

Quindi l'anziano si è rivolto all'avvocato Umberto Grella per presentare un ricorso al Tribunale amministrativo regionale in cui viene chiesto l'annullamento del provvedimento comunale ritenuto illegittimo. Sulla vicenda è intervenuto l'Ente Parco regionale della Valle del Lambro. "Nessuno mette in dubbio il valore che la grotta mariana può avere da un punto di vista religioso e affettivo - interviene l'Ente Parco regionale della Valle del Lambro - ma mettendola in evidenza si fanno passare in secondo piano gli altri abusi contestati, sicuramente di maggior rilevanza, distogliendo l’attenzione dalla finalità dei provvedimenti assunti dagli enti interessati, che agiscono con l’unico obiettivo di preservare il patrimonio naturale condiviso, facendo rispettare le norme di legge".

Spiegazioni

Ed è proprio l’ente di gestione del Parco che specifica che il provvedimento è stato avviato "a seguito di segnalazione di un cittadino" e poi è seguito "un sopralluogo delle Guardie ecologiche volontarie del Parco, al fine di accertare la veridicità della segnalazione". Infine l'invio al Comune per le rispettive competenze. "La mancata segnalazione di tali abusi si sarebbe altrimenti configurata come un’effettiva omissione di atti d’ufficio". Secondo il ricorso al Tribunale amministrativo, invece, nessuna sanzione può essere avanzata perché "le opere in questione sono state realizzate nel 1979 quindi ben prima dell’entrata in vigore del vincolo paesaggistico".