
di Martino Agostoni
Fermare la produzione di Asfalti Brianza. è la richiesta presentata al prefetto di Monza e Brianza Patrizia Palmisani giovedì con una lettera sottoscritta da una cinquantina di consiglieri comunali eletti a Monza, Concorezzo, Agrate e Brugherio, e ancora aperta per aggiungere ulteriori adesioni. Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale monzese il capogruppo Pd Egidio Riva ha invitato anche altri colleghi che ancora non l’avessero fatto di aggiungersi tra i firmatari di un’iniziativa trasversale non solo ai Comuni ma anche agli schieramenti politici.
Da Monza hanno aderito tutti i gruppi del centrosinistra, ma anche i 5 Stelle, Grande Nord e la lista Civicamente, da Concorezzo ci sono le firme dei consiglieri di La Rondine, Vivi Concorezzo, Pd e Trussardi del gruppo Misto, anche da Brugherio i partiti del centrosinistra con le liste Brugherio è Tua e Brugherio in Comune e il Movimento 5 Stelle, mentre da Agrate il gruppo Insieme per Agrate e 5 Stelle.
Nella lettera i consiglieri comunali ripercorrono e documentano tutta la vicenda delle emissioni di odori iniziata dal 2014 ma peggiorata negli ultimi due anni che ha al centro l’azienda di produzione di bitumi a Concorezzo, sul confine con Monza, e informano il prefetto del "crescente aggravarsi della situazione" al punto da invocare un "intervento diretto per porre un fermo alla produzione",.
"La documentazione disponibile dimostra, in modo inequivocabile – scrivono i consiglieri -, il sussistere di un ampio spettro di gravissime inadempienze, riconducibili in primo luogo alla condotta dell’azienda, strutturali e non risolvibili in tempi brevi, in violazione di quanto previsto dalla normativa e dalle autorizzazioni in essere" oltre a essere documentate "evidenze attinenti rischi di matrice ambientale, peraltro prefigurando reati sanzionabili penalmente".
La Procura ha aperto un fascicolo e la stessa Prefettura ha promosso un piano di controlli sulla salubrità dell’aria, mentre la documentazione finora prodotta dall’azienda sulle emissioni prodotte "mostra come non sia stata provata la non tossicità delle emissioni per i residenti entro un raggio di 500 metri dal camino, con una stima ad ogni modo ottimistica".
Viene ricordato come sia crescente la preoccupazione tra i residenti e come anche "a fronte delle diffuse inadempienze, dei rischi di matrice ambientale, delle numerose proteste dei cittadini, gli enti competenti, primi tra tutti il Comune di Concorezzo e la Provincia, continuano a rimandare azioni dirette e risolutive, atte a sospendere la produzione, sospendere l’autorizzazione in essere o revocarla".
I sottoscrittori chiedono quindi di poter avere un incontro "per poter dare i doverosi riscontri ai tanti cittadini che vivono, da anni, la situazione".