REDAZIONE MONZA BRIANZA

I medici di famiglia brianzoli prendono in contropiede la celiachia a Limbiate: studio

Uno studio internazionale sulla celiachia partito dalla Brianza, con l'osservazione di diversi casi curati dai medici di base, è stato pubblicato su una rivista internazionale. Lo studio rivela che la diagnosi non è influenzata dall'esperienza lavorativa o da un particolare percorso professionale.

I medici di famiglia brianzoli prendono in contropiede la celiachia a Limbiate: studio

Uno studio internazionale sulla celiachia, partito dalla Brianza, con l’osservazione di diversi casi curati dai medici di base. Siamo ancora lontani da diagnosi precoci, ma sta aumentando l’interesse verso questo tipo di malattia autoimmune che coinvolge un numero sempre maggiore di pazienti. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Gastroenterology and Hepatology from bed to bench“ grazie al lavoro di raccolta dati e analisi che ha coinvolto diversi medici e specializzandi coordinati dal medico di famiglia Giovanni Casella di Limbiate. La celiachia è una patologia autoimmune dell’intestino determinata dall’ingestione di glutine che spesso non viene diagnosticata. "La pubblicazione – spiega Casella, fino al 2017 responsabile di Gastroenterologia ed Epatologia all’Ospedale di Desio – è un vanto per la comunità scientifica brianzola ed è stata costruita sull’esperienza quotidiana nella diagnosi e gestione dei pazienti affetti da celiachia che puo essere considerata il camaleonte della medicina, poiché si manifesta in diverse forme".

"È stato proposto un questionario con 18 domande relative a 3 temi principali quali la diagnosi della celiachia, la sua corretta gestione e la disponibilità ad aggiornamenti continui – continua il medico –. Ben 185 medici hanno completato il questionario ed il risultato è stato uguale al grado di conoscenza e preparazione di medici di altri paesi europei ed è stato rilevato che la diagnosi non è influenzata dagli anni di esperienza lavorativa o da un particolare percorso professionale. Siamo ancora lontani da un’alta percentuale di diagnosi precoci, ma tutti i medici, soprattutto quelli sotto i 40 anni, sono molto interessati a un aggiornamento continuo e questa necessita è molto sentita in tutti gli intervistati". Per questo il progetto futuro è di migliorare la rete tra territorio, ospedale e specialisti.

Gabriele Bassani