di Martino Agostoni
Cinquanta lavoratori in strada, ieri mattina a partire dalle 8 davanti ai cancelli della Icar spa di via Isonzo, per chiedere la tutela dei propri redditi e continuità produttiva. Non erano di più solo perché il presidio ha rispettato il limite massimo di persone imposto dall’emergenza sanitaria, ma l’adesione allo sciopero di 8 ore indetto da Fim Cisl e Fiom Cgil, assieme alle rappresentanze sindacali interne, è stato totale e nessuno degli oltre 160 dipendenti della Icar impiegati nella sede monzese, a cui si aggiungono i circa 50 colleghi della sede di Villa d’Adda in provincia Bergamo, è entrato in azienda.
L’agitazione di ieri è stata la prima risposta forte dei lavoratori alla situazione sempre più grave verso cui è stata condotta nelle ultime settimane la storica azienda monzese che dal 1946 è specializzata nella progettazione e costruzione di condensatori, da quando a inizio novembre la famiglia Castellini, proprietaria della Icar spa, ha avviato la procedura di messa in liquidazione della società e ha dato incarico a una liquidatrice di gestire l’operazione con la prospettiva di far cessare l’attività. "Venerdì scorso abbiamo avuto un incontro con la liquidatrice e la situazione è precipitata - spiega Patricia Lupi, delegata sindacale della Fiom Cgil di Monza e Brianza -. L’azienda soffre una situazione di mancanza di liquidità e non è stata data garanzia del pagamento degli stipendi di novembre. Ed è un segnale che arriva dopo quanto accaduto a ottobre, quando metà degli stipendi non sono stati pagati nei tempi regolari e il saldo è avvenuto solo dopo la proclamazione dello sciopero. La situazione è grave perché nonostante l’azienda abbia delle commesse e i suoi prodotti abbiano mercato, non genera liquidità e inoltre è molto indebitata".
La situazione alla Icar resta in sospeso fino al 30 novembre, la data indicata dalla liquidatrice per le valutazioni sulle prospettive dell’azienda e quindi per fare le scelte, e tra i lavoratori e i sindacati c’è scarsa fiducia sul futuro. "Attualmente non ci sono possibilità di un passaggio dell’attività ad altre società né ci sono soggetti che hanno manifestato interesse - aggiunge Patricia Lupi -. Ci aspettiamo che venga avviato un periodo di amministrazione controllata e che vengano attivate da parte dei soggetti istituzionali forme di tutela verso i lavoratori".
"E’ importante garantire la continuità aziendale - aggiunge Gabriele Fiore di Fim Cisl Monza e Brianza - quindi cercare altri soggetti industriali che proseguano l’attività produttiva di Icar che ha mercato. La procedura di liquidazione ha, tra le sue possibilità, quella della cessione dell’azienda".
Intanto ieri è stato fatto il primo passo per coinvolgere i soggetti istituzionali con un’audizione alla IV Commissione regionale sulle Attività produttive a cui sono stati invitati, oltre ai rappresentati di Icar e le parti sindacali, anche i sindaci di Monza e Villa D’Adda e i consiglieri regionali: "Portiamo questa crisi aziendale che coinvolge oltre 200 lavoratori lombardi anche all’attenzione delle istituzioni – chiariscono i sindacalisti – Ora siamo in Regione ma poi proseguiremo aprendo un tavolo anche al ministero dello Sviluppo economico".