
Francesco Racioppi, consigliere. di LabMonza
Salari dignitosi e più diritti per i lavoratori e le lavoratrici. Almeno in Comune. Quello che oggi pare una chimera in Italia, arriva a traguardo a Monza grazie all’approvazione di una mozione proposta da LabMonza, con voti favorevoli di maggioranza e consigliere di Civicamente Paolo Piffer, e astensioni e due voti contrari da parte del centrodestra, che affronta il tema della tutela salariale, della sicurezza, dell’inclusione e dei diritti fondamentali di chi lavora per conto dell’amministrazione comunale.
Si tratta di un provvedimento articolato, frutto di mesi di confronto con le organizzazioni sindacali, che punta a un maggior coinvolgimento del Comune nelle politiche del lavoro.
Il punto centrale riguarda la lotta ai contratti pirata e l’introduzione di un salario minimo comunale di 9 euro lordi l’ora. L’amministrazione sarà chiamata a indicare, negli appalti pubblici, il Ccnl delle organizzazioni sindacali più rappresentative, per evitare che le imprese applichino contratti al ribasso, con retribuzioni di 4-5 euro l’ora. "Abbiamo preso come modello le delibere già approvate da diversi Comuni e Regioni, tra cui Firenze, Napoli, Bacoli, la Regione Lazio e la Regione Puglia – precisa Francesco Racioppi, consigliere comunale di LabMonza –. Il nuovo Codice degli appalti prevede l’obbligo di applicare il Ccnl più rappresentativo in tutta la filiera dell’appalto. Anac e Ispettorato nazionale del lavoro hanno chiarito che non basta il nome del contratto, ma va verificato il reale trattamento economico e normativo. Per questo il Comune di Firenze ha introdotto il cosiddetto giudizio di equivalenza, un modello che vogliamo portare anche a Monza".
Oltre ai salari, sono previste premialità per le aziende che adottano le clausole sociali di terza generazione, come previsto dal Codice degli appalti. L’obiettivo è incentivare l’inserimento lavorativo di persone con disabilità, lavoratori svantaggiati e disoccupati di lunga durata, detenuti e persone in esecuzione penale esterna.
Un altro nodo cruciale è la sicurezza sul lavoro. La mozione chiede di stipulare protocolli con le organizzazioni sindacali per contrastare il lavoro nero e garantire il rispetto delle normative. Inoltre, propone corsi sulla sicurezza per studenti e studentesse in procinto di iniziare i Pcto (ex alternanza scuola-lavoro). "Non possiamo accettare che gli studenti entrino in contesti lavorativi insicuri che mettano a rischio la loro incolumità, come ci insegnano le tragiche vicende di Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta – denuncia Racioppi –. Se il legislatore nazionale non si preoccupa di formare adeguatamente i giovani, allora deve essere il Comune a farsi carico di questa responsabilità".
Infine, il testo propone la stipula di una Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale, sulla scia di quanto fatto a Bologna, per garantire diritti e tutele ai lavoratori della gig economy, come i rider e gli addetti alle piattaforme digitali.