ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Il cantiere della solidarietà. Un tetto sicuro per i minori e le donne vittime di violenza

Parte un nuovo intervento di accoglienza temporanea per i casi di marginalità sociale. Grazie ai fondi del Pnrr verranno riqualificati diversi alloggi di proprietà comunale.

L’interno delle case comunali di via Giotto, sotto l’assessora Andreina Fumagalli, responsabile delle politiche abitative

L’interno delle case comunali di via Giotto, sotto l’assessora Andreina Fumagalli, responsabile delle politiche abitative

Negli ultimi anni a causa del caro immobile e dell’aumento dei casi di marginalità sociale, i Comuni sono sempre più chiamati a politiche dell’abitare che siano di sostegno a persone economicamente e socialmente fragili. In questo senso Monza si sta impegnando ad essere al passo con i tempi: grazie all’aggiudicazione di un bando Pnrr per housing sociale (dal valore superiore ai 700mila euro), per la prima volta in città saranno disponibili degli immobili per ospitalità temporanea e supporto educativo a donne vittime di violenza e a minori con situazioni di disagio familiare.

Per ora si tratta solo di un atto amministrativo che non si è evoluto in un progetto definito, ma è in corso la trattativa con un ente che potrebbe arrivare a breve ad assegnazione. Verranno riqualificati diversi appartamenti di proprietà comunale per l’ospitalità di almeno una dozzina di persone, per durate temporanee ma non per questo necessariamente brevi (si potrebbe arrivare fino a qualche anno di alloggio offerto dal Comune, in particolare nel caso dei minori). Anche per quanto riguarda l’edilizia popolare sono in corso importanti progetti. Sono già iniziati lavori di manutenzione e di abbattimento delle barriere architettoniche in diversi edifici e alloggi comunali: nel condominio di via Vespucci 8, nel quartiere Libertà, si sta procedendo con il rifacimento del tetto; in via Mazzucotelli 2, sempre a Libertà, con la realizzazione del cappotto termico e la sostituzione dei serramenti; in via Manara 33, a Triante, e in via Silva 9 a San Carlo si stanno sostituendo i vecchi ascensori.

Tutti interventi richiesti da tempo dai cittadini assegnatari, che soffrono di una certa età degli edifici popolari monzesi (i più recenti hanno 40 anni e alcuni risalgono addirittura agli anni ’20).

Grandioso poi è il cantiere di 15.5 milioni di euro di Aler - finanziato da fondi Pinqua/Pnrr e dal Foi - per la riqualificazione dei 152 alloggi comunali di via Bramante da Urbino, a cui si aggiungerà un nuovo edificio in legno X-Lam per altri 28 alloggi (per un totale di 180), il recupero di un fabbricato Aler al civico 45, e la riconversione dell’adiacente Cascina Maino in un centro polivalente con funzioni sociali, con il recupero integrale dell’area.

In tutto a Monza attualmente sono presenti circa 2.250 alloggi di edilizia pubblica. Sono 1.432 quelli di proprietà del Comune, mentre poco più di 800 quelli messi a disposizione da Aler (che arrivano a 1063 considerando l’ambito territoriale di Monza-Brugherio-Villasanta).

Per il 2024 sono stati messi a bando 26 alloggi dal Comune e 13 da Aler (questi ultimi sull’intero ambito territoriale), e numeri quasi uguali si prevedono per il 2025 (ancora in corso di definizione). Resta forte il tema di un’offerta che non riesce a soddisfare l’enorme domanda.

L’anno scorso sono state 400 le richieste per edilizia residenziale pubblica pervenute al Comune.

Si paga scotto alla mancanza di nuovi stabili popolari, e alla difficoltà di edificarne altri, per un consumo di suolo già eccessivo in città. La soluzione più facile su cui agire, per cui si è già attivata l’assessora alle Politiche abitative Andreina Fumagalli, è il recupero dei 150 alloggi popolari sfitti di proprietà del Comune, su cui sono in corso di valutazione progetti di manutenzione.