“Sempre caro mi fu quest’ermo colle“. L’inconfondibile verso di Giacomo Leopardi esce dai libri del liceo e finisce sulle pareti dell’ospedale. Non in un reparto qualsiasi, ma nella nuova Oncologia a Vimercate. Un salotto al piano -1 Magnolia, alla spalle della grande hall di ingresso, dove arte e poesia si mescolano alle cure nella battaglia per la vita. Non una ridondanza per pochi, ma un’esplosione di colori e di speranza per accogliere i malati nel migliore dei modi, "perché fa la differenza", dicono il primario Salvatore Artale, da nove mesi in città e il coordinatore infermieristico Raffaele Maddalena, memoria storica di queste corsie. Insieme, hanno tirato le fila del cambiamento. Ma non sono soli. Al loro fianco, colleghi, no-profit, aziende di casa e artisti che con l’Asst Brianza hanno dato vita a questo gioiellino, dove a far da sfondo a tavolini e poltrone dopo la soglia c’è un’enorme stampa della Reggia di Monza donata da un’impresa della zona. Una delle ditte che ha fatto proprio l’orizzonte di “Oncologia 3.0“, il progetto di Claudio Colombo onlus, l’associazione che è una colonna del reparto, nato proprio "per rendere i nuovi ambienti più confortevoli". Con questa filosofia alle pareti sono state appese le sculture di Simona Scaccabarozzi e altre rime celebri delle letteratura da Alda Merini a Pablo Neruda fino a Dante. Mentre le stanze rimandano tutte a una città, Napoli, Milano, New York con i loro luoghi simbolo appesi alle pareti. "Nel tempo l’approccio alle persone è cambiato completamente – spiega Artale –, per questo siamo orgogliosi di offrire a tutti un posto come questo".
"C’è un abisso da quando abbiamo cominciato 23 anni fa con due stanze, due studi e 700 giornate di day hospital l’anno – ricorda Maddalena –. Adesso gli accessi sono 14mila, le postazioni per la chemioterapia 36". Una crescita che è andata di pari passo con i servizi. "La gestione degli effetti collaterali delle terapie viene fatta qui e non al pronto soccorso", ancora il primario. Una continuità che "ci permette di assistere chi soffre nella sua interezza". Nell’équipe c’è lo psicologo, Lorenzo Tagliabue, che accompagna anche i parenti nel percorso, tutto gratuito: "La malattia è un’esperienza come tutte le altre", sottolinea. È questo il filo rosso che unisce le rime e le opere, la possibilità di farcela "da trasmettere con tutti i mezzi".
Gli spazi più ampi si sono resi necessari per l’aumento continuo di richieste. Questa settimana, il trasferimento dalla vecchia sede, "senza nessun contraccolpo per i pazienti". "Abbiamo curato ogni dettaglio perché si sentissero a loro agio – confessa Maddalena – per aiutarli faremmo qualsiasi cosa. Qui, siamo davvero una grande famiglia".