Un cuore dipinto sul viso "per dire no a tutte le violenze". Agende Rosse riunisce le associazioni che si battono per la causa e gli attivisti attraversano Vimercate scandendo lo slogan al quale affidano la missione di scuotere le coscienze: "Le vittime non se la cercano mai". È il messaggio di “Non chiamateli, lupi“, la giornata di mobilitazione che dalla Brianza "raggiunge tutto il Paese". C’erano Libera, Long Live Limo, Coraggiosamente.it, Su la testa, 25esima ora, Arci Donne Diritti, Arci Aldo Motta e Acli.
Tutte accomunate dall’impegno sul campo per chiedere "alle istituzioni più attenzione, più giustizia, più prevenzione su femminicidi e maltrattamenti", ma anche per lanciare un messaggio d’amore e speranza: "Occorre investire sull’educazione alle relazioni sane, al rispetto del ruolo della donna e dell’altro". E per chi vive l’inferno "l’invito a interrompere la spirale dei soprusi".
"La violenza non ha giustificazione – dice Paola Carrese di Agende Rosse –. Non è cultura, ma vile prevaricazione di una persona su un’altra. Questa manifestazione non è un punto di arrivo, ma di partenza, non dobbiamo rassegnarci alle cronache che ormai fanno parte del quotidiano. La nostra presenza qui oggi ne è la prova". "È il primo appuntamento organizzato sul territorio sotto la spinta anche dei recenti fatti di cronaca che hanno contribuito ad accendere i riflettori su un problema sociale e culturale al quale, troppo spesso, la comunità sembra assuefatta", aggiunge la giornalista Valentina Rigano, fra gli organizzatori.
È lei che ha lanciato un appello accorato a mogli e compagne che subiscono vessazioni offrendo una testimonianza personale: "Rompete il silenzio". Uno dei tanti momenti toccanti di un pomeriggio destinato a lasciare il segno. A raccogliere le sollecitazioni, l’assessora alle Politiche sociali Maria Teresa Foà, anche lei in corteo: "L’iniziativa è un’altra tessera che ci aiuta a tenere alta la guardia su fenomeni che ci preoccupano e che ci riguardano da vicino. Ogni giorno, in ogni contesto".