Eduscopio, uno strumento complesso, evoluto nel corso degli anni e che forse non tutte le famiglie sfruttano a pieno. Barbara Ongaro, docente del liceo Frisi di Monza, lo ha visto nascere, circa 15 anni fa. "Allora lavoravo all’Ufficio scolastico regionale di Milano e ho seguito gli studi preliminari. Ricordo le riunioni con Fondazione Agnelli e con le Università milanesi e lombarde, per creare un modello che restituisse l’effetto scuola, cioè le molteplici componenti didattiche e psicoeducative che influenzano la performance scolastica. All’epoca era difficile capire quali erano gli effetti positivi della scuola e da cosa fossero realmente determinati. Si scelse di valutare quanti ragazzi continuano all’università e chi sceglie lo sbocco professionale".
Ma è vero che la scuola migliore è quella che seleziona di più e porta al diploma solo i più bravi?
"No, non è più verissimo che le scuole migliori sono quelle che bocciano di più. Infatti, al liceo scientifico Frisi, negli ultimi anni si tende a investire sul sostegno agli studi e i corsi di recupero, per una scuola più individualizzata. Un tempo la linea guida era l’equità, che però livella e offre uno standard non adatto a tutti. Oggi questo è un po’ cambiato".
Negli anni Eduscopio com’è cambiato?
"È sicuramente evoluto, tenendo conto di una serie sempre più ampia di parametri che appunto rendono la scuola sempre più a misura di studente. Quindi Eduscopio diventa uno strumento interessante e credibile per le famiglie. Interessante anche la parte relativa alla scelta delle facoltà universitarie dopo le singole scuole superiori e la percentuale di successo".
Cosa di potrebbe migliorare?
"Fra gli atenei scelti nulla si dice degli studenti che dopo la maturità vanno all’estero e si iscrivono al MIT o in altre università prestigiose. Ufficialmente risultano persi, in realtà sono ben preparati e brillanti, dal liceo San Carlo di Milano al Dehon di Monza".
Le famiglie lo utilizzano?
"Sì, ho sentito diverse famiglie che lo conoscono e lo consultano insieme ai ragazzi. Non so se lo guardino i ragazzi candidati ai Centri di formazione professionale. Per loro, la sezione dedicata agli sbocchi lavorativi è ancora più significativa. Ma ciò ovviamente non toglie valore allo strumento".
Nella scelta finale della scuola vince la piu’ vicina o meglio servita dai mezzi pubblici?
"Anche questo è vero. Bisogna insistere con le istituzioni perché investano sui mezzi pubblici, per permettere ai ragazzi di muoversi e perciò renderli effettivamente liberi di scegliere il tipo di scuola e l’istituto che preferiscono".
C.B.