
Il caso risale al 28 settembre del 2018 Il macchinista aveva notato la presenza di un giunto non allineato ai binari
Poteva essere un altro disastro ferroviario come quello di Pioltello costato tre morti e oltre cento feriti e fu evitato "solo dalla tempestiva manovra di emergenza del macchinista" poco prima del passaggio del treno 2575 Tirano-Milano. Un altro giunto rotto sui binari, sempre nel 2018, questa volta a Carnate, e già "emerso nel corso di recente ispezione visiva" per cui ora due dirigenti di Rfi si ritrovano imputati di concorso in omissione colposa che fa sorgere o persistere il pericolo di un disastro ferroviario in un processo al tribunale di Monza. Il fatto contestato risale alla sera di venerdì 28 settembre 2018 e aveva costretto centinaia di pendolari a una vera e propria odissea per rientrare da Milano. Secondo la ricostruzione, dopo la stazione di Carnate il convoglio ha rallentato per il semaforo giallo prima di quella di Arcore. Il macchinista ha notato la presenza di un giunto disallineato, un guasto simile a quello che otto mesi prima, il 25 gennaio 2018, aveva provocato la morte di tre persone a Pioltello, e ha fatto procedere il treno a passo d’uomo, segnalando poi quanto accaduto per evitare incidenti.
La circolazione era stata interrotta, i tecnici di Rfi avevano riparato il giunto e la Polfer aveva avviato un’ispezione con i risultati che poi sono arrivati sul tavolo della Procura di Monza. Ora è iniziato il processo davanti al giudice Carlo Ottone De Marchi. Alla sbarra si trovano l’allora responsabile della Direzione Territoriale Produzione di Milano-unità territoriale linee nord di Rete ferroviaria italiana Luigi Bagnoli, 47 anni, e l’allora capo Unità Manutentiva Tronco Lavori Monza Antonio Bellafiore, 41 anni, di Colico. Secondo l’accusa gli imputati "omettendo di valutare l’irreversibile ammaloramento del giunto del binario dispari" già emerso in un "controllo di routine" sulla tratta Carnate-Arcore e "omettendo di provvedere alla immediata sostituzione del giunto", che aveva provocato "la rottura della rotaia", facevano sorgere il pericolo di un disastro ferroviario. Accusa negata dagli imputati. Al dibattimento la battaglia tra consulenti di accusa e difesa, che continua a giugno.