
Il funerale in carrozza. L’addio a Renato Campini il papà dei cavalli del Parco
Una vita con e per i cavalli e in una carrozza tirata dai suoi cavalli Renato Campini è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio terreno sino alla chiesa di Santo Stefano a Vedano al Lambro.
In occasione dell’estremo saluto, Renato Campini, il “papà“ dei cavalli del Parco di Monza, morto a Santo Stefano all’età di 76 anni, ieri ha avuto accanto a sé gli animali a cui ha dedicato la vita.
Il corteo funebre, seguito dai familiari e da tanti amici, allievi di oggi e del passato ma anche dai carabinieri a cavallo, ha sfilato per i viali del parco fino ad arrivare fino alla chiesa parrocchiale. Qui la salma è stata accompagnata in chiesa, scortata dalla moglie e dal figlio.
Una famiglia, quella dei Campini, che alla città di Monza è legata da tre generazioni attraverso il Parco e i suoi maneggi.
Dal primo, aperto dal padre Amedeo a Cascina Fontana negli anni Settanta, a quello a Villa Mirabello nel 1983, dove l’attività prosegue oggi sotto la guida del figlio di Renato.
Una vita pere i cavalli, al punto di dare battaglia all’amministrazione comunale contro la tradizione dei fuochi d’artificio - mandati in pensione solo di recente dalla giunta Pilotto - che per decenni ha caratterizzato i festeggiamenti del 24 giugno, in occasione della sagra di San Giovanni, nell’area dell’ippodromo, terrorizzando gli animali.
Personaggio amato non solo nel mondo dell’equitazione, Renato Campini fu il primo a introdurre l’ippoterapia a Monza, quando 40 anni orsono aprì le porte del suo maneggio ai ragazzi del Centro equestre rieducazione (Cer) che segue giovani con disabilità.