DANILO VIGANÒ
Cronaca

La fuga dal ciclismo in Brianza: "Troppo traffico e pochi sponsor"

Annullati storici trofei e piccole società dilettantistiche in calo. La Federazione: "Più spazi protetti nelle città e sostegno allo sport"

Annullati storici trofei e piccole società dilettantistiche in calo. La Federazione: "Più spazi protetti nelle città e sostegno allo sport".

Annullati storici trofei e piccole società dilettantistiche in calo. La Federazione: "Più spazi protetti nelle città e sostegno allo sport".

Monza – I numeri della Brianza ciclistica sono quelli di una provincia in crisi: le gare sono sempre meno, i corridori anche e gli sponsor sono difficili da reclutare. Un calo importante sul quale è doveroso riflettere e intervenire. Quest’anno sono state cancellate due corse che hanno fatto la storia in Brianza e non solo, la Coppa d’Inverno per dilettanti a Biassono (102 edizioni) e il Trofeo Villaggio San Pio X per allievi di Cesano Maderno (60 edizioni) che avrebbero dovuto svolgersi ad ottobre. Una perdita che fa male. Anche le società affiliate sono passate da 76 alle attuali 58. Inutile negarlo, il ciclismo di provincia sta attraversando un momento delicato, ci sono poche gare in rapporto agli atleti.

Ma quali sono le cause di questa crisi? Lo abbiamo chiesto al vice presidente della Federazione ciclistica italiana, il sovicese Ruggero Cazzaniga: "Una delle principali cause è che la Brianza è troppo trafficata e per i ragazzini che intendono pedalare, il rischio sulle strade è diventato un problema quotidiano e gli stessi genitori sono ovviamente preoccupati – denuncia Cazzaniga –. Ma sono convinto che da questo problema si può uscirne, ripartendo nella maniera giusta".

La soluzione è "promuovere nuove iniziative con la collaborazione delle società che sono una fonte importante – continua –. Ai giovani di oggi che vogliono iniziare il ciclismo manca il divertimento, la voglia di giocare che deve arrivare prima di passare alla parte agonistica. In tempi non sospetti avevo proposto la creazione di un consorzio tra le squadre brianzole, ma non sono stato ascoltato. Il ciclismo non è soltanto sudore e fatica, e come ho detto non possiamo solo pensare alla parte agonistica".

Certo, "non è abbastanza organizzare le corse per i Giovanissimi (categoria che raggruppa ragazzini dai 7 ai 12 anni), servono scuole di ciclismo fatte bene, con dei centri di sicurezza e spazi protetti, dove i bambini possano giocare e divertirsi con la loro bicicletta. L’ossessione per l’agonismo in tenera età può infatti diventare fonte di un pesante stress psicologico per i giovanissimi atleti. Inoltre abbiamo bisogno di personaggi spendibili nella promozione dell’evento, come i sindaci e le amministrazioni comunali".

Il fatto è che "il ciclismo di casa nostra ha bloccato per trent’anni il ricambio generazionale, con conseguenze negative per il movimento. Per essere chiari, non siamo capaci di vendere il prodotto". I numeri scendono anche per le difficoltà che incontrano le società a organizzare le gare. Mettere in piedi una manifestazione sulle strade è diventato difficilissimo soprattutto per una questione burocratica (mille permessi), di soldi e viabilità. Le squadre dilettantistiche di casa nostra rischiano l’estinzione, per non parlare delle altre categorie. Oggi le gare richiedono preparazione, condizioni fisiche idonee e attenzione. Senza un numero adeguato di iscritti diventa difficile attirare l’interesse della gente e delle città che ospitano l’evento e naturalmente degli sponsor sempre meno disposti a investire.