BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Agrate Brianza, il futuro nell’ex Star: una cittadella fra verde e high tech

Tutti d’accordo sulle linee guida per la rigenerazione dell’ambito di 200mila metri quadrati dell’ex frabbrica dei dadi. Previsti albergo, residence, rsa, attività commerciali e sportive, un parco e produzioni innovative

Il futuro nell’ex fabbrica dei dadi. Una cittadella fra verde e high tech

Un albergo, un residence, una casa di riposo, attività commerciali e sportive, locali pubblici, un parco, nuove produzioni industriali ad alto contenuto tecnologico, ma niente residenziale: sono le linee guida che Agrate seguirà per la rinascita del quartiere Star.

La mega area affacciata sulla A4 Milano-Bergamo, dismessa da tempo in gran parte, è ora pronta a voltare pagina. Una città nella città, "l’ambito, 200mila metri, è ampio quanto il centro storico", sottolinea Marco Valtolina, vicesindaco con delega all’Urbanistica. Un piano nato dal confronto con la proprietà che l’ha presentato, Gallina Blanca, il colosso spagnolo del food che controlla il marchio dell’agroalimentare, e del Comune, che ha chiesto al Centro studi Pim di approfondire. Sono nati così gli indirizzi che maggioranza e opposizione hanno approvato all’unanimità. Si parte dallo stato di fatto, "una zona totalmente urbanizzata frutto dell’evoluzione dello stabilimento dagli anni del boom economico", spiega Valtolina.

L’amministrazione ha messo subito un paletto: "La produzione deve rimanere in città". E l’azienda, che non ha mai pensato di spostarla, ha messo nero su bianco anche la possibilità di ampliare la fabbrica, in tutto, fra presente e futuro, si parla di 64mila metri quadrati. Rigenerazione urbana invece per gli altri 127mila che avanzano, compreso il depuratore, "da aggiornare secondo le più moderne tecnologie", che sarà trasferito vicino alle linee 4.0. Fra le condizioni inderogabili, il taglio del consumo di suolo, "di almeno 22mila metri, cessione e realizzazione di un polmone di 13mila metri e una fascia verde di mitigazione ambientale lungo l’autostrada, una sorta di foresta urbana con lo sviluppo di tecniche di infiltrazione delle acque piovane".

Quindicimila metri ospiteranno imprese high tech in linea con la vocazione del distretto e altri 18mila, terziario e un piccolo polo di logistica dell’ultimo miglio. Ci sono anche 5mila metri dedicati all’attività sportiva. "Una proposta interessante da realizzare con l’aiuto del Pim", dice Valtolina. D’accordo anche la minoranza. Angelo Dino Bosisio (Agrate con) che non rinuncia a una frecciata, "meglio tardi che mai", non ha dubbi: "Parliamo dell’area di maggiori dimensioni legata alla storia di Agrate, il recupero è comparso per la prima volta nelle linee-guida 2024-2029. Investire nella riqualificazione significa trasformare un problema in un punto di forza. Le città non sono immobili e questo piano interpreta il cambiamento. La comunità si riapproprierà di spazi rigenerati con un evidente miglioramento nella qualità della vita e nella sfera sociale ed economica. Da una vecchia fabbrica nascerà un quartiere a uso misto con verde, zone sportive e 26mila metri quadri vitali per proseguire l’attività industriale".