di Alessandro Crisafulli
“Da Vinci“ in prima linea nello sviluppo del microcosmo dei licei sportivi in Lombardia. Con vista sulle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e tutte e sue opportunità. L’istituto brianzolo ha l’onore di essere stato scelto come capofila della Rete dei licei sportivi regionali, alla quale oggi aderiscono 22 realtà. E nei giorni scorsi è stato protagonista, con la dirigente Mariagrazia Fornaroli, del convegno svoltosi a Milano e intitolato “I licei sportivi lombardi e oltre“. Proprio la dirigente caratese, insieme alla collega Georgia Lauzi dell’Istituto Torricelli di Milano, hanno coordinato i lavori. All’evento hanno partecipato numerosi esponenti del mondo dello sport e delle professioni ad esso legate. Tra gli interventi, quello di Marco Bussetti, già ministro dell’Istruzione e da tempo impegnato a costruire e sostenere il profilo del Liceo sportivo e di Diana Bianchedi, ex atleta olimpica adesso con un ruolo importante per Milano- Cortina. Gli interventi sono stati incentrati sulle nuove competenze sviluppate in questo indirizzo di studi e le prospettive di una collaborazione anche in vista delle prossime Olimpiadi invernali. Hanno preso la parola anche alcuni studenti, sottolineando "la ricchezza di esperienze didattiche realmente innovative". Si è parlato dei percorsi di Pcto (ex alternanza scuola-lavoro), di progetti in collaborazione con enti locali e associazioni sportive, anche legate alla disabilità, come l’Associazione Bebe Vio. Si sono sottolineati poi i risultati molto positivi anche in relazione alle scelte universitarie e professionali dei diplomati.
"Il percorso del Liceo sportivo è apparso dalle testimonianze come un percorso di eccellenza, capace di far interagire il profilo tradizionale del liceo scientifico con le competenze motorie specifiche di questo indirizzo – sottolinea la dirigente Fornaroli – in una prospettiva realmente innovativa in cui le conoscenze teoriche si integrano con efficacia con quelle più pratiche in vista di uno sviluppo globale della persona di studentesse e studenti". Un percorso con un fine anche sociale: "Il confronto con esperienze di altri paesi ci rende sempre più persuasi – conclude la dirigente del Da Vinci, dove sono un centinaio gli studenti dello sportivo – che lo sviluppo di questo profilo possa essere una grande opportunità anche per il superamento di tante forme di disagio giovanile, per una reale apertura della scuola al territorio, nella costruzione di sinergie positive e di successo formativo per i nostri giovani".