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Le installazioni nel cortile del liceo di Monza
“Scelte“. Varcare o non varcare la soglia di un cancello. Sempre ammesso che la vita ti dia davvero la possibilità di scegliere se varcare il limite di un cancello borghese, quello di una prigione, con le sbarre, di una fattoria o di un campo di sterminio. Così i ragazzi di 5A del liceo artistico Nanni Valentini hanno intitolato il loro lavoro, dedicato all’ottantesimo anniversario dell’apertura del campo di sterminio di Auschwitz, quel 27 gennaio del 1945. Hanno disseminato il cortile della loro scuola di cancelli e di porte, tutte diverse a seconda delle occasioni e delle classi sociali che le abitano.
"Abbiamo creato il progetto – racconta Federico Chiella – poi realizzato i modellini e successivamente il prodotto finito. In questi giorni andremo in tutte le classi a spiegare il nostro lavoro". Come racconta il professore di scenografia Makio Manzoni, "il cancello, il confine va a toccare storia e letteratura. Infatti cerchiamo sempre di offrire una condivisione di esperienza. Quindi, i ragazzi condividono il loro lavoro con i compagni delle altre classi e nel raccontarlo diventa ancora più loro e la riflessione si amplifica. L’intenzione è di far riflettere tutti sul tema della storia che si può ripetere".
Mentre lo scorso anno erano state realizzate le ombre dei morti nei campi di sterminio in cui tutti i ragazzi erano chiamati a entrare e identificarsi, uscendo dalle classi e incarnando le ombre, quest’anno i docenti Manzoni e Laura Riva (italiano) hanno scelto una rappresentazione più metaforica e silenziosa che richiede il racconto da parte di chi ha lavorato.
"Il nostro obiettivo – sottolinea Riva – è che queste ricorrenze forti non siano puri momenti celebrativi, ma diventino la condivisione di un’esperienza che rimanga indelebile nei ragazzi. Che non sia una data vuota. La nostra intenzione è che i progetti che proponiamo ai ragazzi diventino indicazioni per il vivere quotidiano. L’apertura metaforica del cancello, è l’apertura del nostro cuore, della nostra mente, delle nostre braccia".
Una curiosità: il cancello centrale che impegna il cortile è in realtà la visione speculare del cortile della scuola. Un modo per passare dalla confort zone all’ambiente esterno, ignoto, che porta verso un futuro tutto da costruire. Diventa quindi un invito al rischio. "Durante le spiegazioni nelle classi ai nostri compagni e agli insegnanti che ci ascoltano – anticipa Federico – offriamo delle tessere esplicative, simbolo delle porte che abbiamo realizzato, come le porte della nostra vita che si apre al futuro".
Cristina Bertolini