
Michele Sangineto, classe 1944, origini calabresi, liutaio ed ebanista
Monza – Con le sue mani plasma strumenti musicali di pregio, ripescati dal passato: arpe celtiche, ghironde, salteri a pizzico, insoliti strumenti rinascimentali riscoperti grazie alla solerzia della ricerca personale, sondando libri antichi ed esaminando quadri. Michele Sangineto è qualcosa di più di un liutaio: è un ricercatore della musica di epoche passate e dei suoi misteri. Non a caso vanta due opere esposte permanentemente al Museo Leonardo 3 in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano: una viola organista e una piva a vento continuo progettate da Leonardo Da Vinci (nei Codici di Madrid). Altre realizzazioni sono state esposte in prestigiosi musei, come il Royal College of Music di Londra, il Louvre di Parigi, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Castello di Buda di Budapest.
Eppure oggi la Brianza sembra averlo dimenticato. "Qui non mi invita e non mi cerca più nessuno, nemmeno la mia ex scuola", dice. Sangineto, residente a Villasanta, ha insegnato per 36 anni ebanisteria e laboratorio del linguaggio logico all’Istituto statale d’arte di Monza, poi divenuto Liceo artistico Nanni Valentini. Delle sue 80 primavere, più di 50 le ha vissute in Brianza. Originario di Albidona, in provincia di Cosenza, si trasferisce in Brianza nel 1968, lavorando come operaio, per poi tornare in Calabria dove consegue il diploma di maestro d’arte a Castrovillari (con specializzazione in ebanisteria) e fare ritorno in Brianza nel 1973. "A Monza ho trovato terreno fertile - racconta -, è una città stimolante che in quegli anni ha vissuto un grande fervore. Qui ha potuto trovare applicazione ciò che avevo studiato e tutta la curiosità accumulata dal frequentare le botteghe dei mestieri fin da piccolo".
È nei primi anni Settanta che si specializza nella costruzione di strumenti musicali della tradizione europea, iniziando da arpe celtiche e bardiche, per poi approdare a organistrum, vielle, organi portativi, arpanette e altri strumenti tratti da dipinti del Rinascimento. "Da sempre manipolo materiali - racconta -. Per me lo strumento musicale è un oggetto bidimensionale che occupa lo spazio. Quello che a me interessa è plasmare bellezza e unicità". Ora la sua più grande preoccupazione è cercare di trasmettere ai ragazzi questa passione. "Non per supponenza, ma quello che so io nessuno sa. Chi può parlare di strumenti disegnati da Leonardo, o dipinti da Piero Di Cosimo? Il mio interesse è comunicare tutto questo ai giovani, trasmettere loro la passione della ricerca". Con questo spirito nel 2000 ha fondato l’Antica liuteria Sangineto, un gruppo musicale di giovani che suona gli strumenti del maestro in esibizioni di musica tradizionale per tutta Europa.