
I primi passi nel 1935, il boom fra Sessanta e Settanta, fino al declino con la globalizzazione. Il tracollo nel ’91 con l’espulsione dell’ultimo padrone iracheno durante la Guerra del Golfo.
C’è stato un tempo in cui la città di Monza vedeva le sue strade risuonare del battito instancabile delle macchine in funzione, delle sirene che scandivano l’ingresso alle 8, l’ora di pranzo alle 12 e poi alle 17, l’ora in cui gli operai uscivano dal lavoro. Nell’attuale area di viale Stucchi, si ergeva, fino a pochi decenni fa, una delle fabbriche simbolo di un’epoca di ingegno e operosità: la Singer. Fondata negli Stati Uniti nel 1881, la celebre azienda di macchine per cucire aveva trovato in viale Stucchi la sua dimora dal 1968 al 1990. Ma la storia di Singer a Monza inizia molto prima.
Il 24 aprile 1935, Edmondo Rossoni apre la prima sede in via Marsala. Nelle foto ingiallite dell’epoca si vede il taglio del nastro, alla presenza dei gerarchi fascisti. Era molto vicino alla Cgs, altra azienda storica ormai chiusa, la cui sede oggi ospita il liceo musicale Zucchi. Quella parte di Monza dove il centro si incammina verso Milano era il cuore industriale monzese. Intere famiglie lavoravano alla Singer. Quando ha chiuso aveva 508 dipendenti, ma nella prima metà del secolo scorso erano molti di più. Era l’epoca in cui le aziende organizzavano anche il tempo libero delle maestranze. L’azienda era un vero e proprio nucleo di aggregazione sociale, in cui i dipendenti si conoscevano, si ritrovavano anche dopo il lavoro e prendevano forma le famiglie e quindi il tessuto sociale monzese. Non a caso il Centro sportivo Ambrosini di Monza è ancora noto come “centro sportivo ex Singer“ con campi da calcio e da basket. Per decenni Monza fu culla di una vibrante industria tessile e meccanica, crocevia di saperi e innovazione. Gli anni Settanta continueranno a vedere la Singer come un’azienda in costante crescita: nel 1971 si raggiungeranno i due miliardi di ricavo, con 120mila dipendenti in tutto il mondo.
Ancora negli anni Settanta il glorioso stabilimento brianzolo sfornava ogni settimana 17mila macchine per cucire. Nel 1975 grazie allo sviluppo dell’elettronica la Singer produre la prima macchina per cucire elettronica della storia, la Athena 2000, orientando così la produzione degli anni successivi. vitabilmente anche la Brianza. Fino al crollo tra gli anni ‘80 e ‘90, con l’avanzare della globalizzazione e la corsa alla delocalizzazione che in Brianza chiuse molte fabbriche, inaugurando il periodo nero della Singer. Prima il fallimento, poi l’acquisto da parte della multinazionale cinocanadese Semi-tech, infine varie vicissitudini culminate nell’arrivo di un nuovo padrone, l’iracheno Kassim Abbas con la sua Sewing Machines, espulso dall’Italia un anno più tardi, nel gennaio del ’91, durante la Guerra del Golfo con l’etichetta di "persona non desiderata". Secondo gli americani, da Monza (Kassim Abbas aveva altre due ditte in Brianza) sarebbero partite armi e tecnologie dirette a Bagdad. L’ultimo colpo per gli eredi di una fabbrica gloriosa.
C.B.