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Dorin è il mendicante senza una gamba, conosciutissimo a Monza
Monza, 14 febbraio 2025 – “In prossimità di un incrocio stradale veniva visto chiedere l’elemosina suscitando pietà altrui impedendo la libera fruizione degli spazi”.
Con precisazione a giustificare, oltre alla multa per violazione dell’articolo 5 del nuovo Regolamento di polizia urbana, anche un Ordine di Allontanamento firmato dalla polizia locale: “veniva visto chiedere elemosina con un bicchierino di plastica”. Quasi un’aggravante, quasi si fosse trattato di un’arma o di un oggetto contundente impugnato dal pericoloso mendicante.
La zona dei Musicisti
Data 31 gennaio 2025, ore 14.58. Incrocio fra via Boito e la minuscola via Leoncavallo. Dorin P. staziona nella ricca zona dei Musicisti ormai da anni, anche se si è già dovuto spostare più volte, non si sa se per non intralciare il traffico o non ferire lo sguardo di qualche perbenista. A Monza, almeno di vista, lo conoscono tutti. Perché Dorin è il mendicante senza una gamba. Un infortunio quando di anni ne aveva appena 21 e lavorava ancora come operaio e saldatore vicino a Bucarest lo ha reso invalido. “Prendo 100 euro dal Governo” quasi si giustifica lui. In mezzo, tempo ne è passato parecchio, oggi di anni ne ha 51, 28 dei quali trascorsi a Monza dove a un certo punto ha deciso di venire a cercare fortuna.
Tra la Romanie e la Brianza
Il Governo Ceaușescu è caduto, il Comunismo pure, e anche Gheorge Hagi, il suo idolo calcistico, ha smesso di giocare, ma a Dorin la gamba non è certo ricresciuta. “Lavoro non ne ho più trovato e per tirare avanti sono venuto in Italia e Monza mi sono sempre trovato bene: hanno provato anche a mettermene una artificiale, ma i medici hanno detto che non si riusciva”. La notte, la passa al dormitorio (indirizzo di residenza sulle multe è la struttura di via Spallanzani). “Non faccio male a nessuno” precisa lui, sempre sorridendo. Il quartiere lo ha adottato. Tutti lo conoscono, in tanti si fermano ad allungargli una monetina, dal ristorante all’angolo dove staziona gli portano il caffè. “Anche i poliziotti mi conoscono ormai” ammette Dorin. Che sorride sempre, anche se ultimamente non capisce cosa stia succedendo.
I benefattori: “Non può pagare le sanzioni”
“Da qualche mese, puntualmente, arriva qualche vigile a dargli una multa”. “Una vergogna” commenta un benefattore che lo ha preso a cuore, “Multe che non può pagare” aggiunge quello che gli ha appena portato un caffè caldo. “Qui accanto sugli stalli dei disabili parcheggiano sempre auto senza tagliando eppure nessuno viene a sanzionarle. Però se la prendono con Dorin...”. L’ultimo incontro con la Legge, come spiegato prima, è stato un Ordine di Allontanamento, un Oda, utile al massimo a fare statistica. “E io cosa ho fatto? - dice Dorin - Come ordinato per 48 ore me ne sono andato a chiedere l’elemosina da un’altra parte. Non capisco. Non disturbo nessuno, non vado in mezzo alla strada a intralciare il traffico. Anzi, prima stavo sempre in viale Cesare Battisti, davanti alla chiesa, ma quando mi hanno detto che era una strada troppo importante e per me non c’era posto, me ne sono andato e ho trovato un altro angolo”. Quattro o cinque ore al giorno, il tempo per raggranellare i soldi e tirare giornata, qualche risparmio da spedire in Romania, dove vivono “mia moglie e miei tre figli e quattro nipoti. Prima stavano anche loro a Monza, poi sono tornati a casa. Io ogni tanto vado a trovarli e gli mando qualche soldo”.
“Razzismo? Siamo tutti uguali”
Inseguito da multe e ordini di allontanamento che non potrà mai rispettare. Perché a Monza non si ha pietà. “Razzismo? E perché? Siamo tutti uguali su queste Terra, bianchi, neri, gialli, Dio non fa differenze”.