
Al Villoresi l’appuntamento con i ragazzi di undici istituti statali e paritari. La ricetta? Riqualificazione degli edifici e formazione sempre più su misura.
"Quale scuola per i ragazzi di oggi?". Lo hanno chiesto gli studenti monzesi ieri al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ospite al teatro Villoresi. All’incontro, organizzato dalle parrocchie e dagli oratori del Decanato di Monza e dalla dirigente dell’Ipsia Ferrari di Monza, Valentina Soncini, hanno aderito 11 scuole, statali e paritarie (464 studenti). Ha portato un saluto anche monsignor Marino Mosconi, arciprete del Duomo. Giuseppe Azzarel, consigliere provinciale con delega a Edilizia e Pianificazione scolastica, ha fatto notare che il benessere a scuola è fondamentale, ma per garantire spazi sempre più sicuri occorre che la Provincia torni ad avere poteri per offrire servizi migliori. "Abbiamo varato il più grande piano di riqualificazione del patrimonio edilizio - ha spiegato il ministro -, il 20% delle scuole è già in via di riqualificazione, con risorse del Pnrr e risorse nazionali. È importante che gli enti locali investano in progettazione che dà risultati. La riqualificazione scolastica è un obiettivo nazionale, non solo per gli edifici ma anche per le palestre". Alessandro, studente dell’istituto Enzo Ferrari, ha fatto notare come la scuola sia molto teorica e poco pratica e quindi distante dalla "vita reale". Per avvicinare la scuola al mondo dei giovanissimi, Valditara ha ricordato che parte dei fondi Pnrr, fondi nazionali e fondi europei Pon vengono utilizzati per portare tutor nelle scuole per una formazione sempre più su misura. Per altro, già a metà dell’Ottocento Carlo Cattaneo aveva visto la necessità di disseminare la Lombardia di istituti tecnici e professionali. A questo proposito, il sindaco Paolo Pilotto ha svelato che l’istituto Paolo Borsa, con i suoi 150 anni di attività, fu fra le prime scuole professionali d’Italia. A Monza ci sono 30 scuole dell’infanzia, 30 primarie, 15 secondarie di primo grado e 15 superiori, con tutti gli indirizzi esistenti oggi, oltre a 35 asili nido, più i Centri di formazione professionale, per un totale di 130 istituti scolastici. "Per dare significato al collegamento scuola/lavoro - ha sottolineato il ministro - abbiamo avviato la riforma dei 4 anni di superiori più due di Its, investendo risorse su questi ultimi e sui percorsi scuola-lavoro, dove si evidenziano le “soft skills”: puntualità, lavoro di squadra, organizzazione del tempo e valorizzazione dei talenti". "Con la mia famiglia abbiamo scelto il Bianconi - ha detto una ragazza - ma è ancora vista come una scuola elitaria. Come possono le scuole paritarie diventare un bene per tutti?". Valditara ha risposto che si tratta comunque di scuole “pubbliche”, cioè a servizio delle persone, secondo i principi degli articoli 29 e 30 della Costituzione. "Perciò - ha spiegato - abbiamo chiesto e ottenuto dall’Unione europea che i fondi Pnrr fossero estesi anche alle paritarie (a cui sono andati ben 150 milioni di euro) e che i percorsi abilitanti per gli insegnanti fossero validi anche se svolti nelle scuole paritarie". I ragazzi hanno chiesto minore ingerenza dei genitori nelle scuole. "È vero - ha risposto la preside Soncini -, nella scuola ci sono tre componenti: insegnanti, genitori, studenti. Man mano che gli studenti si assumono le proprie responsabilità i genitori si devono ritirare. Ma occorre ancora il supporto delle famiglie. Assistiamo a stati d’ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari. La scuola da sola non ce la può fare".