
Il Mac di Lissone lancia il progetto “Ri-collezionare e ri-comporre la storia del Premio Lissone”. I dipinti più prestigiosi si potranno ammirare online
I gioielli del Mac a portata di clic. Capolavori del secondo Novecento firmati Appel, Tàpies, Vedova, Fontana e Schifano che adesso si potranno iniziare ad ammirare comodamente via internet, dal pc o da qualunque altro dispositivo.
In attesa di poter tornare ad aggirarsi per le sue sale, chiuse temporaneamente, fino a sabato 29, per alcuni lavori di sistemazione delle vetrate esterne che serviranno a valorizzare la luce naturale, il Museo d’Arte Contemporanea rende disponibili online, per la prima volta, tutte le opere dello storico Premio Lissone. Lo fa grazie al progetto battezzato “Ri-collezionare e ri-comporre la storia del Premio Lissone”, un’iniziativa che punta a valorizzare la collezione permanente del museo di viale Elisa Ancona: con il contributo della Regione, nell’ambito del bando 2024 Istituti e Luoghi di Cultura, e con la collaborazione della società specializzata OpenCare, il Mac ha realizzato una catalogazione e digitalizzazione del patrimonio custodito nelle sue sale e nei suoi depositi, in particolare i dipinti che risalgono alle edizioni storiche del Premio Lissone, tenutesi tra il 1946 e il 1967, quando la manifestazione era, insieme alla Biennale di Venezia, il più importante evento artistico italiano e uno dei maggiori a livello internazionale.
D’ora in avanti tutte queste opere saranno liberamente accessibili online, in formato digitale, ciascuna con foto e una dettagliata scheda. Già da oggi, cliccando sul sito www.lombardiabeniculturali.it, che fa capo al Sistema informativo regionale dei beni culturali, si possono vedere i 51 dipinti della Collezione Storica. Si tratta di creazioni di maestri come Lucio Fontana, François Dufrêne, Agostino Bonalumi, Valerio Adami e Mario Schifano, Karel Appel, Mauro Reggiani, Theodor Werner, Emilio Scanavino e Claude Bellegarde. E ancora, Antoni Tàpies, Emilio Vedova, Ennio Morlotti, Achille Perilli, Luis Feito, Renato Birolli e Piero Dorazio.
"Questo intervento di digitalizzazione e restituzione pubblica della collezione - spiegano dal Comune - è finalizzato a incentivare lo studio, la ricerca e la divulgazione del patrimonio del Museo. Il riferimento è agli anni tra il 1946 e il 1967, durante i quali si tenne in città il Premio Lissone, iniziativa che coinvolse, assieme agli artisti emergenti, i critici e gli storici più qualificati d’Europa". Personalità che negli anni successivi "troveranno riscontri nelle più prestigiose rassegne internazionali".