
Lo hanno distribuito in questi giorni. Obiettivo, raggiungere le case di circa 12.000 persone su 26.000 abitanti di Giussano. Per...
Lo hanno distribuito in questi giorni. Obiettivo, raggiungere le case di circa 12.000 persone su 26.000 abitanti di Giussano. Per raccontare una storia incredibile, la magia del Paese di donatori. Stiamo parlando di Giussano, dove si registrano finora (ce n’è appena stato un altro) 256 donatori conosciuti: 30 di organi, 226 di cornee, 144 gli uomini, 112 le donne. Mirko Tosetto il più giovane, 15 anni, nel 1992; Ottavia Blanda di Giussano la meno... giovane, 98 anni, nel 2019. Il periodico si intitola “La cittadella della donazione 4.0”) . Dove “4” sta per il numero di pubblicazioni che si susseguite finora da quando il presidente Pietro Gallo (foto) ha deciso di dare voce all’enorme lavoro che la sezione Aido di Giussano dal 1979. Dentro tante fotografie: con i nomi e i cognomi e i dati essenziali di tutti i donatori al momento conosciuti in paese. "Con questa pubblicazione l’Aido locale intende rendere omaggio ai giussanesi che, morendo, hanno lasciato parte di se stessi a beneficio di altri che ne avevano bisogno, organi o tessuti (es. cornee). Inizialmente vi sono le ‘informazioni di servizio’ sulla donazione e il trapianto di organi e tessuti, le indicazioni al trapianto, come fare per diventare donatore dopo la morte ma anche, ove possibile, da vivente. Nelle pagine centrali si trovano le foto dei (256 fino ad oggi) donatori giussanesi ‘conosciuti’ a partire dal 1981, quando a Giussano si ebbe il primo donatore”. Impossibile non menzionare una delle ragioni che spiegano almeno in parte l’enorme spinta alla donazione di organi del piccolo paese. E questa ragione ha un nome. Nicholas Green, il bimbo americano di 7 anni ucciso dai rapinatori 30 anni fa mentre si trovava in vacanza in Italia. Il padre e la madre, donando i suoi organi, fecero qualcosa di miracoloso, perché seguendo il loro esempio le donazioni triplicarono in Italia. E Reginald Green (in alto al centro), 96 anni, il papà coraggio, è diventato amico di Giussano, dove è stato in visita una quindicina di volte con moglie e figlia, che dormiva a fianco del fratellino quando venne raggiunto dai proiettili. E non a caso a Giussano è stato intitolato un parco a Nicholas, di recente arricchito di un totem che racconta ai visitatori la storia di quel bimbo che con la sua morte avrebbe salvato migliaia di vite.
Da.Cr.