CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Il passaggio del testimone allo Zucchi. In pensione i prof storici : "Ragazzi sempre più fragili ma ora la scuola è inclusiva"

Escono di scena sei insegnanti illustri, oltre alla collaboratrice di sempre. Tra festeggiamenti e amarcord, su un punto concordano: dopo il Covid è cambiato tutto.

Il passaggio del testimone. In pensione i prof storici : "Ragazzi sempre più fragili ma ora la scuola è inclusiva"

Il passaggio del testimone. In pensione i prof storici : "Ragazzi sempre più fragili ma ora la scuola è inclusiva"

Estate, tempo di cambiamenti nelle scuole. Al liceo classico Zucchi sono ben 7 i pensionamenti illustri tra i docenti storici e più conosciuti della scuola. Francesco Iliano (Educazione motoria), allo Zucchi dal 2006, Mara Gualdoni (arte), Franco Bulega (Italiano), Anna Magni anche collaboratrice della dirigente (matematica), Adriano Gardella, insegnante di educazione fisica dal 2002, Annalisa Amodeo (greco e latino) allo Zucchi dal 1987 e Claudio Frigerio, al liceo musicale dal 2012, e poi la storica collaboratrice scolastica, signora Angela.

Per tutti loro e per quelli andati a riposo di recente (circa un centinaio negli ultimi anni) lil liceo ha organizzato una festa l’ultimo giorno di scuola, oltre a tante iniziative a sorpresa organizzate spontaneamente dagli studenti in diverse classi. Gli insegnanti hanno visto la scuola cambiare e trasformarsi, con un’accelerazione soprattutto dopo il Covid. "I ragazzi – osserva il professor Francesco Iliano – hanno più bisogno di parlare, anche a educazione fisica occorre un approccio psicologico. Sono più fragili. Tanti i casi di crisi per i voti: non riescono a gestire e a sopportare le sconfitte. Al primo cinque in una verifica scoppia il delirio, forse anche per un approccio pressante da parte delle famiglie. Spesso si chiamano i genitori per discutere con loro i problemi e se accolgono l’invito tutto si risolve anche in modo brillante". Il professor Iliano ha girato varie scuole della Brianza: dall’Hensemberger, all’Ipsia, al Vanoni, all’Einstein di Vimercate.

Ha visto la storia quasi degli ultimi 40 anni di liceo Zucchi il professor Franco Bulega, ma non solo. Milanese doc, ha iniziato la sua esperienza in cattedra al professionale Kandinsky di Milano e al tecnico chimico Molinari. "Il liceo Zucchi è stato la mia casa dal 1987 al 2024 – ricorda con affetto – un castello di destini incrociati, come quello di Italo Calvino, di cui voglio ricordare in particolare il collega e amico Maurizio Allegri, mancato nel 2022". Nel tempo la scuola è diventata più aperta, come ricorda il professore. Una volta se appartenevi alle famiglie bene di Monza non potevi non andare allo Zucchi. Oggi è diventata più fruibile; in più l’avvento del liceo musicale ha incrementato la diversità fra gli studenti. La scuola si è fatta più inclusiva, con l’integrazione delle fragilità con i piani didattici personalizzati per studenti con disturbi dell’apprendimento e bisogni speciali e tanta attenzione all’ascolto. Gli studenti a scuola sono spesso annoiati e distratti. "I ragazzi ti chiedono di non essere banale – rilancia il professor Bulega – di raccontare loro qualcosa di bello, urgente e prezioso. Per questo non si può risolvere la lezione dicendo: “leggiamo a pagina 45“. Non funziona. La scuola è efficace se passa strumenti per giudicare, criticare e arrabbiarsi con il mondo".

La rivendicazione delle carriere alias? "È un déjà vu positivo che ricorda le rivendicazioni degli anni ‘70 – spiega il professore – i ragazzi manifestano così l’attenzione alle dinamiche sociali del loro tempo. Io ho fatto la maturità nell’anno in cui le Brigate rosse hanno rapito Aldo Moro. Noi scendevamo in piazza, loro rivendicano la gender fluidity, perché è il loro modo di non conformarsi alla realtà. Lo apprezzo". Andrà a riposo anche Angela Cirillo, la storica collaboratrice scolastica.