"Gli interventi di riqualificazione degli impianti sportivi sono sempre fatti positivi, ma il territorio monzese-brianzolo deve lavorare ancora molto sul piano degli investimenti destinati allo sport". A dirlo è uno che lo sport lo mastica tutti i giorni da più di quarant’anni, e che con il suo incarico di neo-presidente di Fidal Lombardia, ha tutti gli elementi per confrontare la ’sua’ Monza al resto della Lombardia e d’Italia. Luca Barzaghi, prima da atleta con un lungo palmares alle spalle, poi da dirigente di Forti e Liberi e Atletica Monza (di cui è ancora consigliere) e da ottobre in testa alla Fidal lombarda (dopo due mandati consecutivi da vicepresidente), ha le idee molto chiare su ciò che ci sarebbe ancora da fare.
"Di questi tempi le amministrazioni comunali fanno fatica a reperire i fondi da destinare allo sport, e questo è comprensibile, ma se non ci mette una pezza l’Amministrazione, è impossibile che le società sportive possano da sole gestire gli impianti o fare investimenti sugli impianti – osserva il dirigente sportivo –. In Brianza, come anche a Milano, bisogna prendere esempio da Brescia, che sta facendo scuola a livello nazionale". "Lì l’Amministrazione sta mettendo i soldi e stanno venendo fuori gran bei progetti – prosegue –. Per l’atletica leggera si sta realizzando un impianto con 400 metri di pista outdoor con 8 corsie, adatta a eventi internazionali, e di fianco si sta costruendo un plesso indoor con pista da 200 metri da 16 milioni di euro, che sarà a disposizione dal 2026. Sarà Brescia il nostro riferimento per gli eventi". Da qui la riflessione che ricade su Monza e Brianza: "Bisogna uscire dalla filosofia che l’Amministrazione deve mettere a reddito gli impianti sportivi o spenderci zero – incalza –. Lo sport è un investimento che dà grande ritorno, anche sul piano sociale, allontanando i giovani da cattive strade".
Per Barzaghi, tuttavia, Monza e Brianza non è un territorio poi messo male a livello di impianti sportivi, almeno per quanto riguarda l’atletica. I centri di Limbiate e Besana, entrambi in fase di ristrutturazione, e tra poco anche il rinnovato Chiolo Pioltelli monzese, rappresentano per gli atleti brianzoli riferimenti mica da ridere. "Sono felice dell’intervento sulla pista del Chiolo Pioltelli, che finalmente potrà essere usata per gare ufficiali – commenta –. Su questo centro sportivo la scommessa ora sta nel renderlo fruibile a chi si deve allenare. Trovandosi in prossimità del viale delle Industrie può essere accessibile solo con l’uso del mezzo privato, e questo può creare difficoltà di raggiungimento, come già avvenuto in passato, agli atleti minorenni o che non hanno la macchina. È una zona decentrata e poco servita".
Monza ha la fortuna di avere un altro grande ’campo’ naturale. "Per chi fa mezzo fondo come facevo io, non c’è scenario migliore in cui allenarsi del Parco di Monza – commenta –. Abbiamo delle fortune e delle potenzialità di cui non ci rendiamo neanche conto. Non è un caso che nel nostro polmone verde si siano allenati atleti che vantano ori olimpici e mondiali, come Alberto Cova e Francesco Panetta". Lui alle Olimpiadi non ha partecipato, ma da maratoneta ha avuto un settimo e un ottavo posto in due maratone di New York (’92 e ’97) e un secondo posto alla Coppa del mondo del ’93. Ora a 56 anni gioisce per il futuro, radioso, dell’atletica italiana - con i tanti successi recenti ad olimpiadi, mondiali e europei -, e per una Lombardia che "rappresenta il 25% delle attività di Fidal nazionale", ma "Milano e Brianza per lo sport possono fare di più, sia per impianti che per eventi".
A.S.