FABIO LUONGO
Cronaca

Il prodigio dello swing. Lorenzo, fiato alla passione: "Goodman, i cd di mamma e la mia Millennials’ Orchestra"

Clarinettista e sassofonista di Renate folgorato sulla via del jazz già alle scuole medie. Poi i concerti e il progetto di una big band: "Siamo tutti giovani, a cominciare dal nome".

Clarinettista e sassofonista di Renate folgorato sulla via del jazz già alle scuole medie. Poi i concerti e il progetto di una big band: "Siamo tutti giovani, a cominciare dal nome".

Clarinettista e sassofonista di Renate folgorato sulla via del jazz già alle scuole medie. Poi i concerti e il progetto di una big band: "Siamo tutti giovani, a cominciare dal nome".

Folgorato sulla via del jazz da un ascolto precoce di Benny Goodman, oggi guida una delle principali se non l’unica orchestra italiana specializzata nel repertorio della Swing Era. Un ensemble formato da alcuni fra i più talentuosi giovani jazzisti del Nord Italia e che ha come obiettivo quello di riaccendere l’interesse e la passione per il repertorio intramontabile delle big band degli anni Trenta e Quaranta, che hanno fatto la storia dello swing. È la realtà della Millennials’ Orchestra diretta dal clarinettista renatese Lorenzo Baldasso. Origini milanesi, brianzolo d’adozione, il 31enne musicista ha una formazione di tutto rispetto e vanta già una solida esperienza sia come clarinettista e sassofonista, sia come concertista che come band leader.

Da dove arriva l’interesse per lo swing e gli artisti della Swing Era?

"Questa musica l’ho sempre ascoltata, fin dalle medie. Ho fatto un percorso di musica classica, ma ho sempre ascoltato e studiato il jazz, lo swing, l’era delle big band e in particolare Benny Goodman, che è per così dire il mio modello. Dal 2013 suono questa musica a livello professionale, con varie formazioni: con i Chicago Stompers facciamo jazz anni ‘20 e siamo andati anche a Umbria Jazz. A livello europeo suono con David Hermlin, un batterista che è un vero fenomeno: canta, balla il tip-tap. Tramite lui dal 2019 ho suonato in diversi importanti festival europei".

Ha già un bagaglio d’esperienze consistente, anche a livello internazionale.

"Sono fortunato, faccio quello che mi piace. Da 2 anni suono al Mike Durham’s Whitley Bay Classic Jazz Party, un festival di jazz classico, dai primi anni Venti all’Era dello Swing, ossia gli anni ‘30-‘40, che raccoglie band da tutto il mondo. Io sono l’unico italiano, ed è il terzo anno che mi chiamano".

Come è nata questa passione?

"Fino alla prima media ascoltavo la musica tipica dei ragazzi dei primi anni Duemila. Poi ho iniziato a studiare clarinetto a scuola, a Milano, e il mio insegnante dell’epoca, Adalberto Ferrari, mi ha fatto avvicinare al jazz e mi ha parlato di Goodman. A casa ho chiesto a mia madre, che è appassionata di musica: ha rispolverato una collezione di jazz fatta negli anni ‘90 e dentro c’era proprio Goodman. Ho messo il cd e sono rimasto completamente folgorato: da lì in poi ho iniziato ad ascoltare solo jazz e Benny Goodman. Ed è tuttora così. Goodman, quello stile, sono una cosa che mi viene naturale".

Poi sono venuti la Civica Scuola di Milano e il Conservatorio, sempre a Milano.

"Ho fatto un percorso prettamente classico, però è stata più forte la passione per il jazz. Dopo la laurea mi sono dedicato al jazz a tempo pieno. Comunque da 3 anni insegno anche al liceo musicale a Monza, allo Zucchi, e lì facciamo classica".

E l’idea della Millennials’ Orchestra?

"Tutto nasce da una vecchia amicizia con il cantante e doppiatore Francesco De Marco. Ho sempre avuto l’idea dell’orchestra e quando ho conosciuto lui, che è appassionato di Frank Sinatra, abbiamo pensato di creare qualcosa in questo senso: lui aveva uno spettacolo su Sinatra e ci siamo detti, “ok, creiamo un’orchestra per quello spettacolo“. La cosa è andata molto bene e sarebbe stato un peccato far finire tutto così. Poi ho scoperto che nell’appartamento sopra quello in cui abitavo, stava un signore che conosceva il gestore del Jumpin’ Jazz di Milano: mi è venuto in mente di trovarci lì e suonare, per mantenere unito questo gruppo di persone. Anche perché lo swing non viene studiato o suonato in Conservatorio o alla Civica. La denominazione Millennials’ Orchestra l’abbiamo scelta perché volevo un nome che facesse capire che è qualcosa di nuovo, fatto da giovani. Attualmente siamo di base 15 elementi, ossia una sezione ritmica, 4 sassofoni, 3 trombe e 2 tromboni, più la voce femminile di Chiara Pederzani e quella maschile di Pietro Miedico".