ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Il ricordo inciso nell’ottone. Alessandro, Luigi e Dorotea i partigiani della porta accanto

La posa delle pietre d’inciampo dedicate ai monzesi vittime della barbarie nazifascista. Il sindaco Paolo Pilotto: "Rileggere il nostro passato aiuta a non ripetere gli stessi errori".

La posa delle pietre d’inciampo dedicate ai monzesi vittime della barbarie nazifascista. Il sindaco Paolo Pilotto: "Rileggere il nostro passato aiuta a non ripetere gli stessi errori".

La posa delle pietre d’inciampo dedicate ai monzesi vittime della barbarie nazifascista. Il sindaco Paolo Pilotto: "Rileggere il nostro passato aiuta a non ripetere gli stessi errori".

Alessandro Pozzi viveva in via Spalto Isolino e come molti altri monzesi faceva il cappellaio, per diventantere poi meccanico all’Isotta Fraschini. Si aggregò come partigiano combattente alla 55^ Brigata “Rosselli“, per passare poi alla Brigata “Issel“, sempre in Valsassina. Fu catturato in Val Taleggio e, dopo diversi trasferimenti, morì a Gusen per le violenze subìte il 4 aprile 1945. Luigi Ferrari - che abitava in via Marelli 16 -, era un operaio alla Falck Vittoria di Sesto San Giovanni. Fu arrestato il 27 marzo con l’accusa di aver partecipato al grande sciopero d’inizio mese e, assieme ad altri operai, venne deportato a Mauthausen l’8 aprile. Dorotea “Dora“ Pisetsky Luzzati risiedeva invece in piazza Castello 19 a Milano. Venne ricoverata per motivi di salute alla Casa di cura Villa dei Tigli, in via Amati a Monza, e fu lì che il 5 febbraio 1945 venne prelevata dalle SS in quanto ebrea e rinchiusa a San Vittore e da qui trasferita a Bolzano. Fu lì che venne isolata nelle celle di punizione, dove morì il 28 marzo 1945.

A loro Monza ha dedicato tre nuove pietre d’inciampo, ieri, nel Giorno della Memoria. Mentre al Bosco della Memoria di via Messa, nel quartiere Libertà, la cerimonia con il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, le principali autorità cittadine, i rappresentanti di Anpi e Aned, e gli studenti della scuola media Walter Bonatti. Le nuove pietre d’inciampo sono state poste nei luoghi dove avevano residenza o alloggio Alessandro Pozzi, Luigi Ferrari e Dorotea "Dora" Pisetsky Luzzati, vittime della barbarie nazi-fascista. Alla cerimonia svoltasi al Bosco della Memoria, il sindaco ha ricordato che "non basta l’appartenenza a un popolo per essere consapevoli, prima di tutto perché un popolo si trasforma in continuazione, ad esempio attraverso le nuove generazioni, che hanno il diritto di apprendere, di comprendere, di sviluppare una capacità di giudizio non solo intorno alla propria esistenza, ma anche a quella delle comunità di cui fanno parte". "Un popolo si trasforma anche per i contatti che ha con gli altri popoli – prosegue il primo cittadino – e rileggere la propria storia significa anche leggere insieme a persone nuove il senso della stessa".

Lo spunto per ribadire come "la democrazia, una delle più alte realizzazioni della nostra civiltà, non è mai completamente consolidata, mai del tutto garantita", così come la libertà, facendo accenno alle guerre attualmente in corso in Ucraina, in Medio Oriente e nel mondo, ma anche alla coscienza individuale di ciascuno, che necessita di essere costantemente meditata. Per questo si è richiamato alla Costituzione come primo tra i "riferimenti sicuri, che ci possono aiutare a non ripetere errori e ad affrontare le nostre responsabilità". Dal 2019 ad oggi il Comitato Pietre d’Inciampo di Monza e Brianza ha supportato le Amministrazioni aderenti al progetto nella posa di 170 pietre, in 43 dei 55 Comuni della provincia e ha realizzato più di 10 eventi in Brianza. Le pietre di inciampo sono installazioni che hanno la forma di piccoli blocchi quadrati di pietra ricoperti di ottone, che vengono posti davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti, per ricordarne il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione e la data di morte. L’iniziativa, partita dalla Germania, è stata dell’artista tedesco Gunter Demnig, che dal 1996 gira l’Europa per installare le “formelle della memoria“. Ad oggi, in tutta Europa, sono state posate più di 75mila pietre e dal gennaio 2019 si è iniziato anche in Brianza.