STEFANIA TOTARO
Cronaca

Il team di avvocati degli avvocati. La prima “arringa“ al bar Sport

L’organismo nato dal processo a 30 legali monzesi che avevano scioperato contro il decreto Martelli nel ’92

Il team di avvocati degli avvocati. La prima “arringa“ al bar Sport

La Camera penale compie 25 anni e uno dei suoi fondatori, l’avvocato Luca Ricci, traccia un bilancio dei ricordi sulle ragioni, le esigenze e gli obiettivi che hanno spinto tre amici al bar a dare vita all’organismo di tutela dei penalisti brianzoli dopo che una trentina di loro, unici in Italia, sono stati processati e condannati per avere scioperato. "Era il ‘92 e a Monza, durante le astensioni di protesta contro il decreto Scotti-Martelli che introduceva per la prima volta il doppio binario tra i reati comuni e quelli di criminalità organizzata, che sul piano giuridico era un obbrobio, la Procura di Monza aveva deciso di indagare e poi rinviare a giudizio per interruzione di pubblico servizio 30 avvocati nominati d’ufficio che si erano astenuti in processi con imputati detenuti. C’è stato un processo dove sono intervenuti tutti i vertici delle Camere penali, Gaetano Pecorella, Oreste Dominioni e Agostino Viviani che aveva già una certa età e fece un’arringa meravigliosa in difesa degli avvocati, condannati dal Tribunale di Monza al minimo della pena e poi assolti in Corte di Appello, che considerò lo sciopero legittimo".

Al vecchio bar Sport si ritrovarono Luca Ricci e i colleghi Redentore Bronzino e Franco Silva. "Nel ‘97 abbiamo deciso di promuovere la Camera penale di Monza e abbiamo deciso di coinvolgere come presidente l’avvocato Raffaele Della Valle, che allora aveva una visibilità nazionale. Ci siamo incontrati con Gaetano Pecorella e Nicolò Ghedini dell’Unione Camere penali e l’11 dicembre fu fatta un’Assemblea costituente dove parteciparono una cinquantina di avvocati del Foro monzese e nel ‘98 ci fu il primo Direttivo". Il 15 gennaio le prime elezioni: presidente Della Valle, vice Ricci, segretario Bronzino e nel Direttivo Sergio Trentani, Vittorio Greco, Domenico Sclapari e Franco Silva. Nel 2000 al primo rinnovo Della Valle esce e diventa presidente Luca Ricci. Il primo importante convegno, il 26 settembre ‘98 al Teatrino della Villa Reale, era intitolato “L’avvocato alle soglie del Duemila“. "Fu invitato l’allora presidente della Camera dei deputati Luciano Violante, c’era anche l’attuale ministro della Giustizia Carlo Nordio e fu un punto importante perché si misero a punto le esigenze di allora in quanto risultava evidente che la magistratura tendeva a sostituirsi alla politica andando a perseguire il fenomeno criminale, ma dimenticando che il processo penale è l’accertamento della responsabilità del singolo. Allora si usciva dal periodo di Mani Pulite, dei grandi processi contro la criminalità organizzata, però era un periodo favorevole perché in Parlamento c’erano molti deputati avvocati e ci fu anche l’entrata in vigore del Giusto Processo e la legge sulle indagini difensive. Avevo la sindrome da sala vuota, il Teatrino era il luogo ideale, prestigioso ma non troppo grande e ai nostri incontri riuscivamo ad andare fuori capienza".

"Erano anni in cui si pensava che le cose sarebbero potute cambiare, ma non sono cambiate perché la politica è sempre rimasta ostaggio della magistratura associata e del resto questa storia è anche quella di oggi – constata Ricci –. Il motivo di confronto è sempre stato l’ottica di un processo garantista in modo che un innocente non possa essere condannato. Perché il nostro unico faro è quello di difendere il diritto di difesa, cioè il nostro ruolo è garantire la difesa non del reato o la condotta, ma la persona sottoposta a processo che, anche se colpevole, ha diritto ad essere assistito nel modo migliore possibile e che quella responsabilità sia valutata in tutte le sue sfaccettature. E in un giusto processo il giudice non può che essere terzo e imparziale e, a mio avviso, non lo può essere il giudice che invece veste la stessa casacca di chi accusa".